«Quali iniziative assumere dopo l’esito della consultazione popolare del Canton Ticino sulle quote ai frontalieri e a seguito dell’approvazione della legge di attuazione di quella tenutasi nel 2014». Lo chiede la deputata del Partito democratico, Maria Chiara Gadda, al ministro degli Affari esteri, Paolo Gentiloni, in una interrogazione parlamentare sottoscritta da altri deputati dem. «L’Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’Unione europea sancisce un principio che non può essere ignorato unilateralmente» sottolinea Gadda ricordando il «crescente ripetersi di atteggiamenti ostili da parte svizzera nei confronti di imprese e lavoratori di nazionalità italiana». «Nel 2014 abbiamo assistito alla prima consultazione popolare che ha stabilito tetti massimi e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa. Poi – ricorda – il Gran Consiglio del Canton Ticino ha elevato al cento per cento il moltiplicatore comunale per tutti i frontalieri, un aumento di imposizione fiscale fino al massimo consentito. Nel 2015 la legge, sempre nel Ticino, che ha inserito elementi restrittivi e ostativi nei confronti delle imprese artigiane italiane. Ora questa nuova iniziativa». Secondo Maria Chiara Gadda «tutte queste azioni rappresentano una palese violazione unilaterale degli accordi bilaterali tra la Confederazione elvetica e l’Unione europea sulla libera circolazione».
«Regione e Governo dovranno muoversi assieme per contrastare il perdurare di queste situazioni. Resta da capire se la Lega nord e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, continueranno a essere alleati della Lega dei Ticinesi e dell’Udc che ha promosso le consultazioni, o se finalmente sceglieranno di essere alleati dei cittadini che sono chiamati a rappresentare e dei lavoratori transfrontalieri».