Dal 2021 anche i frontalieri potranno chiedere di essere tassati in Svizzera in via ordinaria, cioè come i lavoratori residenti, con la possibilità di utilizzare le deduzioni previste dalla legge.
Lo ha deciso il Consiglio federale svizzero (il governo), indicando quella data come quella in cui entrerà in vigore la norma federale sulla revisione dell’imposizione alla fonte del reddito da attività lucrativa.
La proposta era stata criticata dal Ticino e dalla maggioranza degli schieramenti politici del Cantone di lingua italiana, perché permette ai frontalieri di farsi tassare come tutti gli altri cittadini svizzeri, approfittando delle stesse detrazioni concesse a chi vive da Chiasso in su. Mentre si sa, da anni, con risultati non esaltanti, i partiti e le istituzioni ticinesi, sull’onda del mandato popolare, stanno cercando di arginare in qualche modo il fenomeno dei lavoratori italiani di confine. Invece, anche stavolta, da Berna è arrivata una mazzata.
Va ricordato, tuttavia, che il governo ha semplicemente messo in pratica una sentenza del 2010 secondo cui, in determinati casi, l’imposizione alla fonte viola l’Accordo sulla libera circolazione delle persone, sottoscritto fra la Confederazione elvetica e l’Unione europea.
«L’obiettivo della riforma – come dice infatti una nota il governo elvetico – è di eliminare la disparità di trattamento tra le persone assoggettate all’imposta alla fonte e quelle tassate secondo la procedura ordinaria».
Sempre sul fronte della fiscalità dei frontalieri, resta invece completamente congelato l’accordo fiscale fra Italia e Svizzera che venne firmato in via preliminare nel dicembre 2015. Da allora, nonostante la spinta del governo rossocrociato e le supposizioni dei media ticinesi che davano imminente la firma, l’iter si è completamente bloccato e non si è mai arrivati nemmeno a una votazione nel Parlamento italiano, a cui spetta l’ultima parola, come su tutti i trattati internazionale a cui vorrebbe aderire l’Italia.
Il clima italiano da perenne campagna elettorale ha contribuito in maniera determinante sulla questione che, soprattutto sul fronte dell’aumento della tassazione, ha preoccupato tantissimo i frontalieri, gli amministratori locali e, in un secondo tempo, anche i sindacati. Dopo i timori, ora, pare che ci sia meno tensione, visto che le elezioni sono state vinte da due compagini che, specialmente con la Lega, si è detta da sempre contraria all’accordo.