Frontalieri di fascia, si cambia

La Prealpina - 04/04/2017

L’Agenzia delle entrate ha esteso la definizione di frontaliere “di fascia”: in base alla nuova circolare emessa dall’organo del fisco, il frontaliere è colui che vive entro i venti chilometri dal confine con la Svizzera, indipendentemente dal Cantone presso il quale lavora. La novità sta nell’ultima parte della definizione perché finora, ciascuno dei tre Cantoni interessati con l’Italia (Ticino, Grigioni e Vallese), procedette a individuare una propria fascia di frontiera considerando solo i Comuni posti entro i 20 chilometri dal proprio confine cantonale e girando all’Italia il ristorno delle imposte solo per questi Comuni.

Ciò creò una fascia d’ombra, formata da tutti coloro che vivevano entro i 20 chilometri dal confine di un Cantone, lavorando però in un altro Cantone. Esempio: chi vive a Varese ma lavora nella Mesolcina.

La misura riguardava soprattutto i lavoratori della provincia di Sondrio ma, pure nel Varesotto, qualcuno è interessato alla questione.

Nonostante i diversi solleciti ricevuti negli anni dal sindacato e dalla politica, l’Italia non aveva mai voluto chiarire questo equivoco. Ora invece ci siamo: per considerare un soggetto come frontaliere, l’unica condizione che deve essere rispettata è che il Comune di residenza non disti più di 20 chilometri dal confine italo-svizzero, aldilà del fatto che detto Comune riceva o meno il ristorno da parte della Svizzera. Al contrario, coloro che risiedono oltre la fascia sono tenuti a dichiarare in Italia il reddito da lavoro al netto di una franchigia di 7.500 euro e del credito d’imposta per quanto pagato in Svizzera.