Friuli Camere di Commercio: slitta la decisione sull’accorpamento

Altra Testata - 18/05/2018

Dopo il no del Tar del Lazio alla sospensiva sull’accorpamento delle Camera di Commercio di Udine e Pordenone oggi si attendeva un secondo parere del Tribunale amministrativo. L’ente pordenonese si era opposto all’accorpamento con Udine, proponendo l’istituzione di un’unica Camera regionale. Ma per sentire il parere del Tar bisognerà attendere ancora, fino al 13 giugno. Nonostante il tentativo messo in campo dalle Camere ricorrenti (compresa quella di Pordenone) di ottenere una discussione congiunta di tutti i ricorsi, l’avvocato Teresa Billiani, legale difensore dell’ente udinese, ha ottenuto la discussione separata a seguito della quale la sospensiva di Pordenone, a differenza delle altre (discusse in data odierna), è stata rinviata , nonostante l’opposizione dei legali della Camera di Pordenone.

I precedenti
La Camera di Commercio di Pordenone nel 2017 aveva impugnato innanzi al Tar del Lazio il Decreto del Ministero con il quale era stata ridisegnata, previa proposta di Unioncamere, la geografia nazionale delle Camere di Commercio, riducendole a 60. In particolare, il Ministero aveva disposto l’accorpamento della Camera di Udine e Pordenone. Quest’ultima, contestando tale decisione, aveva promosso apposito ricorso (chiamando in causa anche la Camera di Udine), sostenendo che il Ministero avrebbe dovuto istituire un’unica Camera Regionale, accorpando anche la Camera della Venezia Giulia, nonché acquisire una previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. Pordenone aveva formulato istanza cautelare, chiedendo l’immediata sospensione dell’efficacia dell’atto impugnato, invocando un pregiudizio grave e irreparabile che sarebbe derivato dall’accorpamento a Udine.

La Cciaa udinese, si costituiva in giudizio, difesa dall’avvocato Teresa Billiani chiedendo sia il rigetto della sospensiva giacchè non provato il danno irreparabile, che del ricorso attenendosi all’operato svolto dal Ministero. Con Ordinanza Cautelare n. 278/2018, depositata in data 18.01.2018, il T.A.R. per il Lazio, Sezione III Ter, respingeva la domanda di sospensiva formulata dalla Camera di Pordenone, evidenziando, fra l’altro, che “il profilo del periculum in mora, che le allegazioni di parte ricorrente non sono idonee a ritenere sussistenti i requisiti della gravità e dell’irreparabilità del pregiudizio, previsti dall’art. 55, co. 1, c.p.a. per la concessione dell’invocata tutela cautelare”.

La nuova udienza

Successivamente, la Camera di Pordenone ha impugnato, sempre innanzi al Tar per il Lazio l’ulteriore Decreto adottato dal Ministero lo scorso febbraio (con il quale, preso atto dell’intesa non raggiunta in sede di Conferenza Stato Regioni, è stato confermato, per quanto qui di interesse, l’accorpamento della Camera di Pordenone a quella di Udine), nonché i provvedimenti posti in essere dal Commissario ad acta nominato dal Ministero affinché porti a compimento la procedura di accorpamento.

Anche in tale caso la Camera di Udine si è costituita in giudizio chiedendo il rigetto della istanza di sospensiva fissata per il giorno 16 maggio 2018. Ma non solo. Il legale della Camera di Udine, Teresa Billiani, ha sollevato numerose eccezioni preliminari ritenendo il ricorso inammissibile per carenza di interesse, per tardiva impugnazione del provvedimento adottato da Unioncamere nel 2017, per errata impugnazione (in un unico ricorso) anche degli atti del Commissario ad acta Maria Lucia Pilutti. Con riferimento al presunto pregiudizio prospettato dalla Camera di Pordenone, l’avvocato Billiani – depositando ben 106 documenti relativi alla procedura di accorpamento effettuata da Maria Lucia Pilutti – ha dimostrato che, nel caso di specie, non sussiste alcun periculum posto che il Commissario ad acta ha concluso tutte le operazioni allo stesso assegnate dal Ministero, addirittura con la piena collaborazione delle Associazioni di Categoria appartenenti alla Camera di Pordenone che hanno prodotto tutta la documentazione necessaria al Commissario per procedere.

Peraltro, la Camera di Pordenone ha chiesto, da un lato, l’istituzione della Camera Unica Regionale, dall’altro, di non essere accorpata a quella di Udine. Seguendo, infatti, la logica dei ricorrenti l’invocata istituzione della Camera Unica Regionale oltre a richiedere l’accorpamento di Pordenone alla Camera della Venezia Giulia, presupporrebbe, quale conditio sine qua non, l’accorpamento a quella di Udine. Pertanto l’accorpamento di Pordenone a Udine non può, in alcun modo, determinare un pregiudizio grave e irreparabile in capo alla prima.

Nonostante il tentativo messo in campo dalle Camere ricorrenti (compresa quella di Pordenone) di ottenere una discussione congiunta di tutti i ricorsi, l’avvocato Biliani, vista la specificità e diversità delle distinte procedure, e trattandosi di una Camera di Consiglio, ha ottenuto la discussione separata a seguito della quale la sospensiva di Pordenone, a differenza delle altre (discusse in data odierna), è stata rinviata al 13 giugno 2018, nonostante l’opposizione dei legali della Camera di Pordenone contrari a tale rinvio.

Se ne riparlerà, pertanto, tra un mese.

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