Solo 11 aziende della provincia di Varese finanziate su 303 per un totale di miseri 194.000 euro rispetto a 3,3 milioni di euro distribuiti. È questo il magrissimo bottino del “Bando Lombardia Concreta – Contributi al credito per i soggetti della filiera dell’attrattività del turismo e del commercio” dopo le 16 graduatorie emesse dalla Regione Lombardia dal 26 novembre 2014 a oggi, vale a dire da quando le imprese finanziate sono suddivise per provincia. All’interno degli elenchi, le due lettere “VA” sono rarissime. Tanto da rappresentare appena il 5% dei contributi stanziati e il 3,7% delle imprese a cui Milano ha versato un bonifico. Un disastro, considerando il peso rilevante del Varesotto soprattutto nel commercio ma, ultimamente anche nel turismo. Un vero peccato perché fra i progetti finanziabili sono ammessi gli investimenti che rappresentino, come si legge nel regolamento, «un miglioramento delle strutture rispetto allo stato attuale e in linea con i più elevati standard qualitativi del settore di riferimento». Quindi con i soldi della Regione ci si potrebbero pagare opere edili e impiantistiche, arredi, attrezzature, strumenti tecnologici, impianti per la sicurezza o per l’installazione di reti wifi gratuite, interventi per l’efficientamento energetico, mezzi di trasporto a basso impatto emissivo. Insomma, di tutto o di più. Eppure alberghi, ristoranti, gelaterie, panifici, pasticcerie, negozi varesini sono stati tutt’altro che esuberanti nella presentazione delle domande. Se ne presentano poche e, di conseguenze, gli euro vanno altrove.
Certo, partecipare alla selezione non è un gioco da ragazzi, visto che chiunque partecipa a un bando della Regione (così come al 95% delle procedure pubbliche italiane), sa che gli adempimenti e le richieste della burocrazia italiana, possono mettere a serio rischio la pazienza. L’occasione però appare ghiotta, visto che i 10 milioni di euro stanziati tre anni fa non sono ancora finiti. Sarebbe insomma il caso che sia gli enti pubblici, sia le associazioni di categoria, promuovessero sul territorio questo strumento. Anche perché sono i primi a far osservare, a parole, quanto sia indispensabile partecipare ai bandi pubblici, in un momento in cui il fatturato piange, specialmente nel commercio.
L’unica nota positiva dei contributi ricevuti dalle aziende varesine riguarda l’importo medio. Se in Lombardia mediamente le aziende presentano progetti da poco meno di 11.000 euro ciascuno, nel Varesotto si sale a circa 17.500 euro: una magra consolazione pensando al fiume di denaro (anche di tasse locali) che invece finiscono nella Bresciana, nella Bergamasca e in tutti gli altri territori lombardi.