Duro botta e risposta fra Lorenzo Quadri, consigliere nazionale svizzero e il varesino Eros Sebastiani, presidente dell’associazione frontalieri Ticino. Argomento del contendere? Scontato: i frontalieri. “Colpa” di un articolo della Prealpina in cui Sebastiani, criticando la rinascita dopo sette anni del sindacato dei frontalieri, e cioè del Consiglio sindacale interregionale di Lombardia, Piemonte e Canton Ticino, sottolineava come «questi sono quelli che, per equità, volevano tassarci come gli italiani».
Un’affermazione che ha mandato su tutte le furie il leader della Lega dei Ticinesi, il quale, sul suo sito internet, ha commentato: «Perché, i frontalieri non sono forse degli italiani residenti in Italia, e che pertanto sono confrontati con i costi della vita della vicina penisola, mica con quelli svizzeri? E allora ci spieghi il Sebastiani perché non sarebbe equo – anzi doveroso – che pagassero le tasse come i restanti cittadini italiani che vivono e che lavorano nel Bel paese. E infatti Sebastiani commette un pacchiano autogol. Nella fretta di mettere in cattiva luce i nuovi venuti, solleva la questione fiscale, ma non trova uno straccio di argomento plausibile a giustificazione dello status quo, quindi del privilegio fiscale dei frontalieri».
Come risponde Sebastiani? «Se Quadri vuole delle spiegazioni – afferma il presidente dell’associazione frontalieri Ticino – sono pronto anche a effettuare un dibattito come mi capita ogni giorno con ministeri, istituzioni e sindacati, nessun problema. I motivi della mia posizione sono presto spiegati: i frontalieri devono avere un regime di tassazione diverso perché, altrimenti, la conseguenza sarebbe la depressione nelle zone di confine, col rischio che essa intacchi pure la situazione generale in Ticino». Un esempio: «Quando Armani, che impiegava la stragrande manodopera di italiani, è andata via da Mendrisio, si sono persi 8-10 milioni di franchi, senza contare tutto l’indotto. Quindi i frontalieri non sono solo quelli che portano lo smog, ma rappresentano una ricchezza enorme».
Tornando invece al regime agevolato, Sebastiani ricorda come «i frontalieri che operano in Canton Ticino sono gli unici italiani a lavorare in un Paese extracomunitario e con una valuta diversa dall’euro. Solo per questi due motivi dovremmo essere trattati come una realtà unica e particolare. Inoltre ci sono doveri e diritti diversi. In Italia la maternità dura un anno, in Svizzera 98 giorni. Se ti ammali, in Svizzera ti lasciano a casa dopo tre assenze, in Italia no, per non parlare del diverso regime pensionistico. Non dico che dobbiamo essere tutti fratelli, ma sparare così a zero su di noi non va bene».