Fiera del presente. E del domani

La Prealpina - 11/09/2017

La vetrina della piccola e media impresa, della Varese che lavora e produce, ha spalancato le porte ieri alla Schiranna. La Fiera di Varese compie quarant’anni, come ricordano i due grandi numeri composti con erba e foglie, all’ingresso della manifestazione che accenderà i riflettori sulla città per nove giorni. Ieri il taglio del nastro ma anche i primi visitatori e compratori, sin dalla tarda mattinata. Famigliole mescolate alle autorità che dopo i discorsi ufficiali hanno voluto visitare la grande esposizione.

Anche il questore Giovanni Pepè ha girato per gli stand ed è stato attratto dalle dotte dissertazioni di due stendisti che offrivano oggetti per la pulizia della casa. Una visita, la sua, insieme alle altre autorità, ma nessun corteo e dunque i venditori hanno illustrato con dovizia di particolari le apparecchiature probabilmente senza sapere di avere davanti il capo della Questura di Varese. Poco dopo, stessa scena, ma tra persone che si conoscono: stand sulla passione a due ruote della provincia che pedala, il prefetto Giorgio Zanzi che viene chiamato da Sergio Gianoli, giornalista e grande cultore di ciclismo, nello spazio dove si promuove la manifestazione “Pedala con i campioni” che si correrà l’8 dicembre partendo da Brinzio. «Sono un grande appassionato di ciclismo e anche domani (oggi, ndr) se non pioverà mi allenerò, certo le mie distanze non superano i 60-70 chilometri…», che per inciso sono già un bel pedalare.

Alle undici di mattina l’apertura al pubblico della esposizione delle eccellenze varesine che richiameranno migliaia di persone alla Schiranna. La novità di quest’anno è l’ingresso gratuito e chi deve comperare mobili o ristrutturare la casa avrà occasione di presentarsi più volte, guardare, confrontare e decidere con più serenità rispetto al passato. L’assessore Ivana Perusin ha parlato di «innovazione e trasformazione», slogan perfetto per gli 8 mila metri quadrati dell’esposizione coperta, con 160 espositori. Colpo d’occhio sulla casa bio, 300 metri quadrati dedicati all’abitare sostenibile dove sognare un’abitazione diversa, bella e rispettosa dell’ambiente. A progettare l’allestimento dedicato al vivere green (verde anche il tappeto di moquette all’ingresso della Fiera), l’architetto Marco Logrand: «Abbiamo selezionato aziende, per la maggior parte varesine, che raccontano dalle fondamenta al comignolo, tutto quello che si può fare per il benessere dell’abitazione». Non solo casa e abitare, naturalmente, ma anche oggettistica e complementi da costruire, giochi e passatempi in legno per adulti e bambini e spazio alle associazioni, come l’Avo i cui progetti illustrati dal presidente Ambrogio Bandera sono stati ascoltati dalla parlamentare Pd Maria Chiara Gadda. All’ingresso stand istituzionali sulla manifestazione Nature Urbane, il Festival del Paesaggio voluto dal Comune e che si svolgerà dal 29 settembre all’8 ottobre. E la splendida mostra sul campanile sopra Varese, dedicata al restauro del Bernascone che si sta pianificando in occasione dei suoi 400 anni. Anche arte contemporanea, con lo Spazio Lavit e le opere di Raffaele Penna, i paesaggi di lago di Ester Maria Negretti e le opere di Giuliano Tomaino (sua la scultura in viale Europa), come l’installazione “Fuori gioco”, rosso fuoco, che può essere anche letta come una grande V di Varese.

 

Una storia lunga quarant’anni e un futuro da costruire insieme

Quarant’anni di storia e un futuro da costruire «lasciando alle spalle un periodo difficile per l’economia, che non ha certo risparmiato il territorio varesino, ma che saremo in grado di superare con le nostre capacità, competenze e determinazione».

Ivana Perusin, assessore alle attività produttive nella giunta di Palazzo Estense, taglia il nastro inaugurale della Fiera «della piena maturità» e raccoglie la sfida, chiamando a raccolta le «eccellenze varesine».

Le chiavi di una ripresa forse oggi più vicina? «Modernità, innovazione, trasformazione».

Ma anche apertura e coinvolgimento. L’esponente del governo cittadino tende la mano, chiede «tempo, pazienza e fiducia» e offre collaborazione: «E’ necessario coinvolgere più attori possibili: penso al tessuto produttivo come a quello culturale, al mondo della scuola così come alle bellezze paesaggistiche». E ancora: «Il tessuto economico, quello produttivo e quello commerciale della nostra città svolgono un ruolo fondamentale nel supportare il cambiamento e nel creare innovazione. In questo senso, le porte dell’Amministrazione comunale sono sempre aperte al dialogo, alla valutazione di qualsiasi proposta e alla discussione, costruttiva e propositiva, con chi ha a cuore il rilancio del nostro territorio».

I numeri della rassegna espositiva documentano un interesse diffuso per l’evento che proseguirà fino a domenica prossima: 160 espositori, 300 persone coinvolte nell’organizzazione, visitatori attesi a migliaia.

Giuseppe Gibilisco, che nel 1977 seguì da assessore al commercio l’organizzazione dell’edizione numero uno, ricorda «l’intuizione di Ambrogio Taborelli, allora presidente di Ascom: creare una vetrina che, partendo dalla realtà economica locale, potesse attrarre visitatori».

Molto è cambiato dall’esordio in via Crispi, non la missione della campionaria, che il governatore della Lombardia Roberto Maroni sintetizza in tre parole: «Valorizzare il territorio».

«E promuovere le persone e la comunità in cui vivono» aggiunge il prevosto monsignor Luigi Panighetti prima di impartire la benedizione, preceduta dagli interventi del presidente della Camera di commercio Giuseppe Albertini, del prefetto Giorgio Zanzi, del presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, del numero due della Provincia Marco Magrini e del sindaco Davide Galimberti.

«Abbiamo stravolto il protocollo – sorride il primo cittadino – e abbiamo creato attorno al nastro dell’inaugurazione un cerchio con gli attori economici, le istituzioni, l’università. Perché fosse a tutti evidente che solo insieme potremo realizzare le condizioni favorevoli per quella nuova stagione di sviluppo che oggi avvertiamo più vicina».

Casa, cucina e arte Stand per tutti i gusti

Prima una sistemata all’abito, poi riordinati i gadget e le brochure: la Fiera di Varese 2017 ha preso il via anche per le 160 imprese presenti. Un impegno, il loro, che quest’anno potrebbe moltiplicarsi, visto che l’affluenza prevista è decisamente superiore alle scorse edizioni. Sarebbe una “manna dal cielo” per gli imprenditori e le aziende che, oltre a presentarsi nella vetrina dei padiglioni, cercheranno di vendere i loro prodotti e attirare nuovi clienti.

Nella tensostruttura principale, il settore più gettonato è quello della casa. Non mancano altri prodotti, ma quelli per l’abitazione la fanno da padrone: e quindi dai classici materassi e divani, agli ultimi ritrovati dell’innovazione e dell’eco-sostenibilità. Come nell’area Casa-Bio, dove sono concentrare le aziende del Varesotto che propongono soluzioni innovative o tradizioni antiche ritornate d’attualità. D’altronde quante volte si rimpiangono “le case di una volta”, fresche d’estate e calde d’inverno? Come nel caso della Rozzoni Biotech di Busto Arsizio che, fra le soluzioni proposte, rispolvera l’uso della calce, un materiale che, come ricorda il titolare, fa salire o diminuire la temperatura a seconda di quanto serve in quella determinata stagione. Oppure come la Cogim di Cardano al Campo che si presenta come «amica dell’ambiente» perché al posto di un condizionatore che necessita di energia elettrica per rinfrescare i locali di casa, propone una tenda da sole, magari con percole e porticati. E ancora, nei pressi dello stand per iscriversi a “Pedala coi campioni” dell’8 dicembre al Brinzio, si trova la Thermo Easy di Busto Arsizio, dove si cerca di predire il futuro di una casa, invece, sempre più votata all’elettrico. Perché domani, come raccontano nel loro stand «ci sarà sempre meno bisogno di riscaldare la propria abitazione e sempre più la necessità di rinfrescare e deumidificare. In tal senso noi abbiamo soluzioni con riscaldamenti in fibra di carbonio e con una ventilazione termodinamica». Fra gli stand presenti dalla prima edizione del 1977 ce n’è uno che è sempre “tutto esaurito”, quello della Folletto. L’obiettivo di vendita quest’anno è posto su un cartello visibile a tutti: 620 prodotti.

All’ingresso il visitatore è accolto da un padiglione istituzionale, con la promozione di “Do You Lake”, di Nature Urbane, il festival del paesaggio organizzato da Palazzo Estense. Presenti anche la Camera di commercio, associazioni d’arte e cultura, una mostra dedicata al campanile del Bernascone e tanto altro.

L’affluenza di pubblico ha fatto registrare già ieri un primo boom. Approfittando di una mattina ancora asciutta, rispetto ai rovesci arrivati nel pomeriggio e decidendo di raggiungere la Schiranna in un momento di relativa tranquillità, centinaia di persone hanno varcato la soglia d’ingresso già pochi minuti dopo il via. D’altronde, con i 27mila visitatori paganti dello scorso anno, la Fiera di Varese si conferma uno degli eventi più apprezzati organizzati nel capoluogo e, quest’anno, complice anche l’ingresso gratuito per celebrare i quarant’anni, se ne attendono molti e molti di più. Anche perché chi ha varcato la soglia e camminato fra gli espositori nel primo giorno, effettuerà un passaparola positivo. Tutti i commenti, infatti, sono buoni: «Nel corso degli anni – dice Roberta Ferrari, in compagnia del marito – siamo venuti molto spesso. E qui abbiamo deciso di acquistare molti prodotti. Ci siamo sempre trovati molto bene ed è simpatico tornare a incontrare gli imprenditori che ci hanno permesso di sistemare così bene la nostra casa». Qualcuno arriva anche da lontano: «Vengo da Milano – dice Andrea Porro – e, seppure in misura contenuta, questa esposizione regala sempre qualità e curiosità in spazi a misura d’uomo». Fra gli stand, posizionati in una lunghissima “esse” continua, che permette di passare davanti a tutti gli espositori, passeggiano anche alcuni esponenti di spicco dell’economia varesina: «La Fiera – afferma l’imprenditore Michele Graglia – rappresenta un buono strumento di promozione proiettato verso il futuro».