L’ultima battaglia di Unindustria, o forse la prima di Confindustria Emilia nel suo nuovo territorio, ha in palio il destino della Camera di commercio. Domani i cinque rappresentanti dell’associazione all’interno del consiglio camerale, affiancati dal presidente Riccardo Maiarelli e dal direttore Roberto Bonora, renderanno esplicita la scelta dei soci in favore della fusione dell’ente di Largo Castello con la Camera di commercio di Modena, ed eventualmente Reggio Emilia, mettendosi dunque di traverso nei confronti dell’opzione-Ravenna. Sembra quasi una conseguenza diretta di quanto sarà deciso 24 ore prima all’assemblea degli industriali, cioè la fusione di Unindustria proprio con Modena e Bologna, in realtà colpiscono più le modalità dello scontro che la sostanza. La forte anima centese di Unindustria non può che tifare forte per sinergie lungo la via Emilia, al di là delle scelte sul futuro dell’associazione, e l’alleanza operativa con Legacoop è nelle cose. Stavolta, a meno di sorprese dell’ultima ora, sembra però difficile che l’appello all’unità del presidente Paolo Govoni possa essere accolto, e si dovrebbe proprio andare alla conta fino all’ultimo voto: una conclusione inusuale nei paludati salotti dell’economia ferrarese, che forse risente già dell’irruzione del modello emiliano di relazioni.
Il fronte ravennate è dato in vantaggio all’interno del Consiglio camerale, l’organo composto da 28 rappresentanti di categoria che sarà chiamato alla scelta entro dicembre o, al massimo, nella prima decade di gennaio. La data ha la sua importanza, perché da una parte bisogna prima sostituire il quarto rappresentante agricolo, e serve una delibera regionale, e dall’altra i “ravennati” devono assicurarsi i due terzi degli aventi diritto, cioè 19 voti, tamponando quindi anche eventuali assenze che nel periodo natalizio sono da mettere nel conto. In ogni caso l’intera operazione, compresi i passaggi legali e burocratici, dev’essere per legge completata entro 180 giorni dalla conversione del decreto governativo, cioè presumibilmente giugno 2017: la possibilità c’è ma i tempi si fanno stretti, considerato poi che sarà necessario un voto confermativo.
Ascom e Cna tirano la volata della soluzione ravennate, guardando soprattutto alle sinergie turistiche con la costa, ma i voti di alcune categorie non sono ancora esplicitati.