Quando sarà a regime, sicuramente, porterà benefici alle aziende, eliminando carta e scartoffie. Oggi, però, le piccole e medie imprese non sono ancora pronte per la nuova rivoluzione informatica chiamata “fattura elettronica”. A denunciarlo è Confartigianato che, di fronte alle difficoltà delle proprie aziende associate, chiede una proroga per la nuova normativa che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo luglio. La legge di bilancio 2018, infatti, ne ha stabilito l’obbligo per tutti i soggetti Iva, indicando anche le date entro le quali le imprese dovranno procedere all’adeguamento. La prima – 1 luglio – riguarderà i soli operatori della filiera dei carburanti, oltre che i subappaltatori della pubblica amministrazione. La seconda – 1 gennaio 2019 – estenderà l’obbligatorietà a tutte le operazioni economiche effettuate tra aziende, attraverso il sistema di interscambio Sdi. E a quel punto saranno 4 milioni e 400 mila le imprese che dovranno emettere e ricevere e-fatture.
«Le piccole e medie imprese non si sottrarranno neppure questa volta – sottolinea Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese – ai processi di innovazione, specie se paralleli ad analoghe iniziative attuate dalle pubbliche amministrazioni. Chiediamo tuttavia maggiore gradualità nell’introduzione di un obbligo che imporrà alle Pmi processi di adeguamento non sempre facili o immediati». Unica alternativa alla proroga, almeno la dilazione delle sanzioni per chi non rispetterà gli obblighi previsti.
Insomma, l’obbligo di fatturazione elettronica non deve complicare la vita degli imprenditori.
Anche a livello nazionale, Confartigianato sta operando per evitare agli imprenditori l’ennesimo, costoso adempimento.
La prima richiesta, in assoluto, è la necessità di una proroga immediata della scadenza del primo luglio: tre mesi non sono, infatti, sufficienti né per le imprese né per l’amministrazione per essere pronti all’avvio della prima fase dell’adempimento. L’alternativa, invece, potrebbe essere un avvio senza sanzioni: chi vorrà sperimentare la fatturazione elettronica potrà iniziare a farlo e chi invece non sarà ancora pronto potrà continuare ad emettere fatture cartacee.
La seconda linea di intervento è di carattere amministrativo e si rivolge soprattutto all’Agenzia delle Entrate alla quale Confartigianato ha avanzato 30 richieste di intervento e modifiche per rendere la fatturazione digitale più semplice, meno invasiva, e per mettere al centro il ruolo degli intermediari soprattutto per le piccole imprese che non dispongono di un ufficio amministrativo e che si avvalgono totalmente dei servizi erogati dalle associazioni.