Estate italiana. E sicura con i vaccini

La Prealpina - 29/03/2021

A Marcallo con Casone c’è ancora qualcuno che si ricorda la scena: gennaio 2006, una nevicata record paralizza il piccolo comune del Magentino e il sindaco Massimo Garavaglia monta su un trattore munito di lama per sgomberare le strade. Leghista fino al midollo, non sa stare fermo un minuto. Ora che è ministro del Turismo, uno dei nove lombardi chiamati nel Governo Draghi, il suo attivismo fa ben sperare per rianimare un settore in coma profondo. Anzi, quasi morto: perdite da 100 miliardi di euro nel 2020, 65 milioni di presenze in meno. L’Italia, ora in rosso-arancione e chiusa per un mese, non vede l’ora di spalancare le braccia ai turisti stranieri. Forse.

Ministro Garavaglia, andremo in vacanza?

«Penso e spero proprio di sì. Lo stesso presidente Draghi si è detto d’accordo sulla possibilità di prenotare le vacanze. A un patto, però: che siano in piena sicurezza. E questa sicurezza ce la possono garantire soltanto i vaccini e i comportamenti responsabili. Quindi è indispensabile accelerare la campagna in corso senza fare tante polemiche, che non servono a nessuno».

Però le polemiche ci sono state, soprattutto sull’ammontare dei rimborsi.

«Vorrei chiarirlo ancora una volta. Il Decreto Sostegno approvato dal Consiglio dei ministri tiene conto di uno scostamento di bilancio, 32 miliardi, deciso dal precedente governo e approvato dal Parlamento: all’interno di questa cifra, che copre i primi due mesi di quest’anno, ci siamo mossi. È evidente che ci saranno altri scostamenti e il prossimo lo immagino a metà aprile, insieme alla presentazione del Def. Comunque, vorrei ricordare che al comparto del Turismo sono andati 1,7 miliardi di euro. Di questi, 700 milioni di euro alla montagna, 900 milioni a sostegno dei redditi dei lavoratori stagionali e 100 milioni per le fiere. In più, una quota del fondo da 200 milioni a favore dei ristoranti dei centri storici: intendo tutti i centri storici, non solo quelli delle grandi città».


Nel 2020 si pensò addirittura di installare i plexiglass in spiaggia, fra rabbia e ilarità: quest’estate che cosa ci aspetta?

«Come le dicevo, quest’anno sarà diverso: quando arriverà la bella stagione saremo tutti fuori dalla zona rossa e quindi vivremo l’estate come l’anno scorso, senza tanti problemi. Nel mentre proseguirà la campagna vaccinale, che è la grande novità rispetto al 2020. Non ci sono motivi che ci lascino pensare che quest’estate sarà diversa».

Non teme “rilassamenti” sotto il sole?

«Se si riferisce ai contagi dopo l’estate scorsa, quest’anno li eviteremo con controlli e tamponi, oltre che grazie ai vaccini e all’esperienza che abbiamo acquisito fin a questo momento».

La Commissione europea ha proposto il “Digital green certificate” che servirà per muoversi liberamente su tutto il territorio comunitario: è così che può ripartire un settore al collasso come quello aeroportuale?

«Vorrei evitare fraintendimenti. In Europa è stato approvato un lasciapassare, che non è un passaporto vaccinale. Quindi questo documento permette a chi è vaccinato di viaggiare. Ma se non si è ancora stati vaccinati, o guariti dal Covid-19, basta un tampone. Queste regole saranno valide per l’Italia ma anche per il resto d’Europa».

All’aeroporto della Malpensa lo scorso anno il traffico è crollato del 73%, la Sea ha chiuso il bilancio con un rosso di oltre 128 milioni di euro a fronte di un precedente utile di oltre 124: nella ripartenza, quale rilievo avrà lo scalo della brughiera rispetto a Fiumicino?

«Quando l’economia del turismo riprenderà le normali condizioni di mercato, e io credo che la data non sia troppo lontana, ci sarà una tale domanda di turismo in Italia che saranno necessari entrambi gli scali per fornire la giusta risposta al numero di turisti, di ogni tipo, che arriveranno. E poi, quello di Malpensa per il business è l’aeroporto di riferimento».


Il turismo di prossimità è stato una grande scoperta “grazie” alla pandemia, ma questo implica la valorizzazione dei territori. I sindaci, dovendo scegliere, destineranno gran parte delle risorse al sociale e non certo al turismo…

«Credo che anche quest’anno il turismo di prossimità sarà prevalente sul turismo estero, ma io non la ritengo una componente negativa. Così come sono certo che i sindaci del territorio si faranno due conti e sapranno gestire al meglio le risorse a loro disposizione. Eppoi, non dimentichiamo che il turismo è un’attività essenzialmente privata: sono fiducioso che gli operatori del settore saranno in grado di offrire i servizi migliori per conservare fette di mercato. Insomma, ci sono talmente tante cose belle da scoprire in Italia che nemmeno un italiano le conosce tutte».

Nel 2019 la provincia di Varese accolse oltre un milione di turisti, un record storico, sull’onda di Expo 2015 e delle manifestazioni sportive: ora la perdita del settore è quantificata in 49 milioni di euro. Riusciremo mai a sollevarci?

«La situazione di Varese la conosco benissimo. E so benissimo di come il confronto fra il 2019 e il 2020 sia impietoso anche perché il 2019, come lei ha precisato, è stato trainato da fattori esterni e difficilmente ripetibili. Quello che il Governo può fare per Varese è ciò che sta facendo per il resto del Paese: nel breve periodo sostenere i redditi degli operatori, ci sono oltre 200 milioni di euro da distribuire. Nel medio-lungo invece occorre creare le condizioni commerciali e finanziarie per consentire loro di stare sul mercato in futuro».

Ci sono state molte polemiche sulle fotografie scattate da Chiara Ferragni agli Uffizi: secondo lei gli influencer potranno dare una mano alla ripartenza del turismo in Italia? A Varese la Camera di Commercio sostiene Filippa Lagerback come ambasciatrice sul territorio…

«Qui vale il discorso di Mao sui gatti: non è importante se un gatto è grigio o nero, importante è che prenda i topi. Ogni iniziativa è benvenuta se serve per conquistare nuove presenze turistiche».


Il lago di Varese non è balneabile, la sponda varesina del Verbano è “magra” e quella piemontese “grassa”: possibile invertire la tendenza?

«Sinceramente non ho una risposta, non ho dati sulla questione: non si finisce mai di imparare. Posso dire però di aver mangiato un lucioperca pescato nel lago di Varese, fantastico, non molto tempo fa».

Ministro, e lei dove andrà in vacanza?

«Se riesco, vorrei andare qualche giorno al Monte Pora e in Liguria. Un classico per i milanesi. Con una valigia di libri: per me è la vera vacanza».