Esplode la rabbia degli ambulanti «Quei mercatini ci uccideranno»

La Provincia Varese - 01/06/2016

«Ci sentiamo abbandonati e condannati a morire senza che nessuno muova un dito». Questo lo sfogo di Maurizio Ferdani, venditore ambulante e fiduciario Ascom di 59 anni proveniente da Morazzone. Il signor Ferdani ha trascorso la sua intera vita all’interno dei mercati cittadini. Il sabato la sua bancarella è sempre presente all’interno del mercato in piazzale Kennedy. «I miei genitori facevano mercati e io sono cresciuto in mezzo ai venditori ambulanti – racconta – Una volta cresciuto, il testimone è passato a me. Quella di fare il venditore ambulante è una tradizione di famiglia». Sulla bancarella del signor Ferdani è possibile acquistare pigiami. «piLe bancarelle del mercato di piazzale Kennedy giami di qualità», ci tiene a precisare. Ma ormai da un po’ di tempo a questa parte, gli affari sembrano aver voltato le spalle all’attività di famiglia. «Non mi sono mai arricchito – continua il commerciante -, ma non mi è mai nemmeno mancato nulla. Mi sono sempre potuto permettere le ferie. Ora, invece, se raccimolo 100 euro al giorno è già una gran cosa. Così non si può andare avanti: sono ormai quasi deciso, a malincuore e a tre anni dalla pensione, a vendere la mia attività». Colpa della crisi economica che ha investito ogni settore del commercio e del business in generale, compreso quello delle vendite a cielo aperto. Ma secondo Ferdani l’amministrazione comunale potrebbe fare delle scelte differenti. «Vengono organizzati un sacco di mercatini che portano via il lavoro al mercato del sabato e nessuno si pone il problema o muove un dito per tutelarci – spiega – Ad esempio, domenica è previsto il mercato dei “Sette Laghi” in piazza Repubblica». Il progetto nasce da un gruppo di ambulanti della categoria Anva Confesercenti e ha il patrocinio del Comune. I settori sono abbigliamento, borse, stock, biancheria intima, per la casa, bigiotteria e alimentari. Molti dei venditori presenti al mercato di piazzale Kennedy si chiedono «che senso ha venire a fare il mercato il sabato se tanto la gente può trovare gli stessi prodotti in una zona più centrale e curata la domenica. Sembra che la volontà sia quella di estinguere chi fa il mercato in piazzale Kennedy». Il fiduciario di Ascom, poi, ammette: «sono perfettamente consapevole che il mercato di Varese non sia bello da vedere: ma noi che colpa ne abbiamo? La location non dipende da noi. Se poi il problema è che ci sono tante bancarelle di stranieri: il commercio ambulante è standardizzato su poche merceologie di vendita e i mercati nel tempo hanno perso qualità. Anche in questo caso la colpa non è nostra. Queste persone ci sono e lavorano: è un dato di fatto. Non si può mettere in croce chi, per una vita, ha fatto questo lavoro solo per una presa di posizione nei confronti di chi non è “autoctono”».