EasyJet fa decollare i nuovi posti di lavoro

La Prealpina - 24/01/2017

Venti per cento di piloti donna entro il 2020 all’interno del programma di training per ottenere il brevetto. E’ questo l’obiettivo lanciato da easyJet per incrementare, attraverso mirate iniziative di sostegno, le quote rosa alla cloche. Oggi nel mondo dell’aviazione la percentuale di comandanti donna è ferma al 6 per cento. Troppo poco, secondo i vertici del vettore britannico che oggi occupa 164 piloti di sesso femminile, di cui 62 sono capitani, con l’obiettivo di raddoppiare il numero delle reclute nel corso dei prossimi due anni. E questo è soltanto uno dei settori in cui la presenza di easyJet, che di recente ha festeggiato i suoi primi dieci anni di attività in Italia a partire da quel primo volo per Londra Gatwick decollato da Malpensa (era aprile 2006), cambierà e sta già cambiando il tessuto economico e sociale del Paese.

Uno studio commissionato a Sociometrica mostra infatti che dal 2006 a oggi easyJet ha creato in Italia un milione e mezzo di posti di lavoro, destinati a crescere in proporzione alle mire espansionistiche dei vertici aziendali. Soltanto nel 2015, l’ultimo anno completo nella rilevazione dei dati, se ne stimano 209mila. Naturalmente si sta parlando di tutto l’indotto generato col movimento turistico e i viaggi d’affari. I posti diretti ammontano infatti a quota 1.412 (con contratto italiano e di cui il 46 per cento sono donne), capaci di generare secondo gli studiosi benefici che in numeri si traducono in quasi 16 milioni di passeggeri trasportati, per una presenza media di 5,7 giorni (considerando soltanto i flussi incoming). Questi dati, elaborati con un algoritmo, generano un totale di oltre 174mila posti di lavoro all’anno generati dalla presenza di easyJet in Italia.

Trattandosi di calcoli complessi, se ci si limitasse a una banale proporzione si cadrebbe in errore. Senza fornire numeri precisi, si può però senza dubbio affermare che, se la gran parte dei passeggeri trasportati da easyJet da e per l’Italia transitano dal Terminal 2 di Malpensa (7milioni annui), una fetta consistente dei benefici generati dalla presenza degli orange in Italia ricade proprio in brughiera. Dal 2006 a oggi hanno trasportato più di 50 milioni di passeggeri, hanno raggiunto le 60 destinazioni servite verso 20 Paesi e hanno impiegato oltre 800 persone nella base di Malpensa, diventata la più grande dell’Europa continentale e seconda soltanto al quartier generale di Londra Gatwick. E l’indotto ne ha risentito, perché il T2 è rinato con ingenti investimenti strutturali (l’ultimo è la stazione ferroviaria) e nuove attività commerciali, mentre accanto sono sorti parcheggi, un albergo e numerose altre attività collaterali.

G.C.