«È vietato accontentarsi» Silanos guida Cdo Insubria

La Prealpina - 11/06/2016

«Non accontentatevi delle piccole cose. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia». Con questa esortazione di Santa Caterina da Siena rivolta agli oltre 300 soci che lo hanno eletto all’unanimità, Marco Silanos ha iniziato l’altra sera al golf club Le Robinie il suo primo mandato triennale alla presidenza della Cdo Insubria.

Il giovane manager, che ha raccolto la pesante eredità di Costante Portatadino, Sergio Segato e Donato Di Gilio, e che dovrà guidare la Compagnia delle opere non solo in provincia di Varese ma anche in quelle di Novara e Verbano-Cusio Ossola, ha invitato i partecipanti a non lasciarsi sopraffare da quella «stanchezza della libertà e della responsabilità che ha la sua causa profonda in una crisi dell’Io che lascia insoddisfatti e delusi» ma «ricercare un desiderio di bene che è insito in ognuno e che permette di riunire gli uomini per il bene della società». Ispirandosi alle parole di Papa Francesco, il trentottenne presidente della Cdo ha quindi rivolto l’invito ai numerosi imprenditori presenti a «non guardare la vita dal balcone» ma ad immergersi in un rinnovato impegno sociale e politico. Silanos, cresciuto nella delegazione della Cdo di Saronno, coordinerà l’attività delle 1.800 imprese iscritte all’associazione affiancato dai vice-presidenti Fabio Bernardini, Giuseppe Ossoli, Alessandro Pelizzari e Giulio Broggini mentre, con il presidente Giulio Mascheroni, il collegio dei revisori sarà composto da Giovanni Arioli, Giovanni Lomazzi, Beatrice Pauselli e Achille Preatoni. Al termine dell’assemblea elettiva, il presidente Silanos è sceso immediatamente in campo coordinando un incontro al quale hanno partecipato l’imprenditore Gianluigi Casati con i figli Chiara e Giacomo, proprietari della Fonderia Casati di viale Belforte a Varese.

I tre ospiti hanno raccontato alcuni particolari della loro avventura imprenditoriale iniziata quarantaquattro anni fa da Gaudenzio Casati e ormai giunta alla terza generazione. Una testimonianza, quella della famiglia Casati, che ha catturato l’interesse dei soci della Cdo svelando alcuni segreti di una storia fatta di successi che, in alcuni momenti, ha conosciuto anche pagine di crisi e difficoltà. «Un’impresa di successo – ha spiegato l’ingegner Casati – deve essere condotta con un criterio di armonia che deve permeare tutti i rapporti: tra i soci, tra i dipendenti, con i clienti, i fornitori e le banche».

«Il successo della nostra azienda – ha aggiunto il figlio Giacomo –è principalmente merito dei nostri collaboratori, una squadra coordinata e consapevole del proprio ruolo che, di conseguenza, vive l’esperienza lavorativa come motivo di orgoglio». Chiara, che in azienda segue gli aspetti amministrativi, ha sottolineato come «la grandezza di papà si è manifestata nella sua umiltà di lasciarci fare. Di lui sentiamo sempre la presenza ma, in nessuna occasione ha rivolto verso di noi uno sguardo giudicante».

Grande emozione in sala quando papà Casati ha rivelato che, qualche tempo fa, l’azienda ha subito la tentazione di un trasferimento di sede produttiva in Svizzera: «il posto c’era, le autorità erano pronte a farci ponti d’oro ma, nonostante tutte le difficoltà che un’impresa deve superare nel nostro Paese, abbiamo deciso di rimanere qui perché altrimenti avremmo perso la nostra funzione sociale»..