Preoccupa sempre più il possibile ritardo del progetto definitivo e dunque la data di avvio dei lavori per risolvere il problema del passaggio a livello all’entrata di Laveno. Il paese rischia infatti di vedersi chiudere la strada di accesso molto prima del 2021. Lunedì sera quindi in molti hanno seguito il secondo dibattito sui progetti per bypassare il passaggio a livello di Reti Ferrovie Italia (il primo dibattito, lo scorso 22 gennaio era stato organizzato dall’attuale amministrazione comunale di centrosinistra che opta per il “vecchio” progetto del sovrappasso, mentre lunedì sera il Centrodestra ha illustrato perchè sostiene il sottopasso).
Molti e importanti i relatori (assente non invitato, il sindaco Ercole Ielmini): l’ex sindaco Graziella Giacon l’ex vicesindaco Giancarlo De Bernardi, Alessandro Sorte, assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia, Francesca Brianza assessore regionale delegata ai rapporti Lombardia-Svizzera, Luca Marsico consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente e protezione civile, il vicesindaco di Castelveccana e vice presidente della Comunità Montana Valli del Verbano Luciano Pezza che da decenni si occupa delle rete ferroviaria internazionale Bellinzona – Gallarate, oltre che delle note problematiche sulla scarsa sicurezza della galleria Castelveccana-Laveno. Presente ancheGiuseppe Taldone consigliere provinciale.
In estrema sintesi è stato ricordato che il progetto di massima approvato dai Comuni e da Provincia, Regione Lombardia, Rfi e Rff, è quello del sottopasso e che possibili cambiamenti sono certamente possibili, ma ne dilaterebbero i già ristretti tempi di attuazione, per via degli iter burocratici comunali, provinciali e regionali. È poi emersa la vera fragilità del territorio (vibrazioni, rocce friabili, situazione idraulica dei terreni, necessità di abbattere l’inquinamento acustico, vecchie abitazioni con muri a secco, una galleria priva delle più elementari necessità di sicurezza e così via). E poi c’è il fatto che Laveno rischia di fatto di essere tagliata in due con l’avvio di Alp-transit prevista non più nel 2020, ma nel 2021: un anno in più che non risolve certamente i problemi legati alla ristrettezza dei tempi e al fatto che con l’abbassamento della rete ferroviaria di circa 60 centimetri la strada resterebbe bloccata già mesi prima.
La serata ha anche fatto emergere la giusta preoccupazione di chi nei due progetti discussi rischia di perdere la casa, o di ritrovarsi semi tagliato fuori dalla viabilità o di vivere i pesanti disagi che una simile innovazione comporta, senza sottovalutare che possibili ricorsi al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) ne amplierebbe i già quasi impossibili tempi di attuazione, anche se al momento non esiste nessun piano dettagliato in merito.
I portavoce regionali, vale a dire Sorte, Brianza e Marsico, hanno ribadito che bisogna superare le questioni partitiche e che non si può assolutamente perdere questo “treno”. Sorte ha aggiunto: «Ora o mai più, andiamo a rete e facciamo questo gol, non si può tornare indietro. Cercheremo di superare possibili problemi, ma andiamo avanti nella soluzione delle opere compensative che ci riguardano. Per Laveno, che abbiamo voluto in prima posizione, i relativi finanziamenti per questo progetto, sono un pesante sacrificio amministrativo, soprattutto in questi tempi».
Si è quindi invitato tutti a fare la loro parte alla soluzione di un problema che a Laveno è dibattuto da oltre 60 anni senza che mai si sia riusciti a venirne a capo. Per decenni si è parlato di un sottopasso approvato da Comune e Provincia e il progetto da attuarsi con inserimento in un’area tenuta libera a lato di vicolo Ceretti, dove oggi sorge un moderno palazzo. Alla discussione si è affacciato anche il progetto meno costoso e meno invasivo dell’ingegner Damiano De Ambroggi che non prevede abbattimenti di case, progetto che però ancora pochi conoscono, cosi come la meno invasiva e comunque da realizzare Sp 1. Resta il fatto che, opere fatte o non fatte, nel 2021 Alp-Transit inizierà i suoi transiti con un centinaio di convogli al giorno.