«Ci guarderemo dentro alla ricerca di una soluzione». Mauro Cerutti, sindaco di Ferno, ieri mattina era al tavolo con i vertici aeroportuali. E al tavolo, tra i tantissimi problemi affrontati, ha portato anche il caso di Calogero Sanzo, l’addetto alle pulizie in aeroporto (dipendente della Romeo Servizi) costretto a lasciare la sua auto lontano dal Terminal 1 pur essendo invalido al 90 per cento e pur avendo il pass per parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Colpa dell’Area 10 minuti, raccontava nei giorni scorsi il lavoratore, «che consente la sosta per i disabili nella zona a traffico controllato fino a un massimo di quattro ore. Peccato che io ne lavori sei al giorno». Sanzo aveva chiamato in causa il sindaco di Ferno in quanto è la polizia locale a gestire la Ztc e i milionari introiti delle sanzioni. Il problema esiste, secondo Cerutti, ma non sta in questi termini. «Il problema – dice – è che davanti al Terminal 1 ci sono degli stalli riservati, ma la legge dice che non c’è limite di tempo per il loro utilizzo. Di conseguenza si riempiono in fretta, in quanto ci sono persone che partono per le vacanze e lasciano lì la loro auto per una settimana». Peccato che quei posti, si è capito a margine dell’incontro, non sono stati pensati né per i viaggiatori a lunga permanenza né tanto meno per i dipendenti, bensì per le persone che si devono recare in aeroporto per periodi piuttosto brevi. Come per esempio accompagnare un amico che sta partendo, o anche per farsi venire a prendere loro stesse davanti all’aerostazione in arrivo da un viaggio aereo.
Se i posti per disabili di fronte allo scalo non sono pensati per i lavoratori o i vacanzieri, la normativa però non impedisce loro di utilizzarli. Il limite di quattro ore all’interno dell’Area 10 minuti è dunque una informazione falsa, perché – come sostiene anche Cerutti – andrebbe contro la legge. Certo, per parcheggiare occorre chiedere alla polizia locale di Ferno la registrazione della targa del veicolo utilizzato, indispensabile per accedere nell’Area 10 minuti attraverso i varchi controllati elettronicamente ed evitare che arrivi a casa la sanzione. Si tratta di una procedura burocratica abbastanza noiosa e complessa, soprattutto se va fatta ogni giorno come appunto dovrebbe fare Sanzo. Ma la logica è proprio questa, ovvero che quegli stalli non sono stati immaginati per un uso quotidiano da parte dei dipendenti aeroportuali. Per i disabili che lavorano all’interno dell’aeroporto, infatti, esistono due parcheggi vicinissimi agli ingressi delle aerostazioni (il Vip sud al T1 e quello accanto alla palazzina easyJet al T2) che Sea, società di gestione dello scalo, mette a disposizione per i propri dipendenti disabili e per i dipendenti delle aziende che gravitano in aeroporto. L’elenco delle società è lunghissimo, ma non comparirebbe la Romeo. Ecco perché Sanzo, assunto con la legge 68 per seri problemi di cuore, deve lasciare la sua auto sotto la torre di controllo e farsela a piedi.