Due comunità montane alleate più un’università non sono bastate a convincere Regione Lombardia: la somma fra i 6 e gli 8 milioni di euro che avrebbe dovuto sostenere il progetto della Liuc di Castellanza per il riordino e la gestione del territorio montano compreso fra Verbano e Piambello è svanita nel nulla. Bocciata dai tecnici regionali senza mezzi termini. Almeno fin quando verrà presentato ricorso: «Abbiamo tempo dieci giorni per far arrivare sul tavolo della giunta regionale le nostre osservazioni e siamo convinti di far tornare la Regione sui propri passi», afferma convintoLuciano Pezza, assessore al Bilancio dell’ente montano Valli del Verbano: «Non è possibile, per esempio, che alcuni parametri del progetto abbiano ottenuto zero punti quando la norma dice che si deve partire almeno da uno».
La comunicazione regionale a firma Lucia Silvestri, della Direzione Generale Agricoltura, indica un punteggio complessivo di appena 52 punti e mezzo, quindi «sfavorevole all’inserimento in graduatoria provvisoria», ragione per cui «il Piano di Sviluppo Locale non è ammissibile per il mancato raggiungimento del punteggio minimo». Dal punto di vista amministrativo si tratta di un colpo basso per l’intero territorio montano a nord del capoluogo, il più bello dal punto di vista paesaggistico, ma anche quello morfologicamente più accidentato e che ha pagato il prezzo più alto alla crisi occupazionale; il tentativo di recuperare denaro pubblico in favore di una migliore gestione dei Gal (Gruppi di azione locale, i gruppi di lavoro che agiscono su mandato degli enti montani) dei Laghi e delle Valli avrebbe dovuto ridare fiato all’intero comparto ed era partito con la pubblicazione nel 2014 del Programma di sviluppo rurale, secondo una previsione di “sostegno allo sviluppo locale” con scadenza 2020: ciò significa che per altri quattro anni non saranno varati bandi di questo genere.
Dunque si tratta di una partecipazione al bando regionale messa in campo già con l’ultima giunta di Marco Magrini e proseguita prima con la giunta di Paolo Enrico e oggi con la giunta di Giorgio Piccolo. Perciò va da sé che, almeno tra Valcuvia e Luinese, le opposizioni puntino il dito contro una presunta incapacità di chi governa l’ente locale nel sostenere il progetto. E così la vicenda impiega poco a passare da amministrativa a politica, rinfocolando polemiche che da queste parti sono ormai all’ordine del giorno. Specie in un momento storico di vacche magre per le casse degli enti pubblici, costretti ad inventarsi nuove alleanze e strategie per non morire e continuare a garantire i servizi minimi ai cittadini.
Ma Pezza non demorde: «C’è spazio per un ricorso. Questa sera (ieri per chi legge, ndr) avremo giunta e decideremo nello specifico come muoverci. Di sicuro punteremo almeno su una rivalutazione dello studio di gestione firmato dalla Liuc». Ateneo cui la “bocciatura” di Regione Lombardia non può fare che male, nel senso di incidere sull’immagine stessa di una istituzione di assoluto prestigio anche e non solo per il territorio varesino. Infine, va ricordato che la vicenda non potrà minimamente incidere sul passivo di circa 100mila euro accumulato dai due Gal dei Laghi e della Montagna che Comunità Montana Valli del Verbano ha posto in liquidazione quasi un mese fa. Per legge, infatti, non è possibile ripianare un debito di questa natura attingendo da un bando regionale.