Una ricetta varesina contro il lavoro nero, piaga tutta italiana che sembra impossibile da debellare: a fornirla è Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, l’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, nonché amministratore delegato di Openjobmetis. Il focus – che lancia l’ipotesi di un bollino da apporre sui cibi e dell’utilizzo dei droni – è in particolare sul mondo agricolo e il gruppo propone il suo decalogo per porre fine al caporalato.
«Pensiamo sia giunto il momento di ragionare per filiera coinvolgendo finalmente tanto gli operatori nel settore agricolo, quanto le aziende della distribuzione chiamate a contribuire alla creazione di un mercato dove il regime di concorrenza non venga falsato dalla violazione delle norme basilari poste a tutela del lavoratore».
Ed ecco quindi la proposta di Assosomm: primo, progettare campagne di comunicazione per sensibilizzare i lavoratori alla ricezione del sistema normativo e convincerli in pratica a denunciare le irregolarità; secondo, puntare sulla prevenzione e non sull’inasprimento delle pene; terzo, coinvolgere tutta la filiera a difesa del made in Italy; creare un bollino di qualità da apporre sui prodotti alimentari a garanzia, per il consumatore, di poter acquistare merce per la cui produzione sono state rispettate le leggi. Essenziale la collaborazione dei consumatori. E ancora: rafforzare gli enti bilaterali della somministrazione che svolgono importanti funzioni sul territorio, dall’integrazione del reddito in caso di disoccupazione a infortunio e maternità. Puntare sulla tracciabilità dei trasporti e dei viaggi istituendo un registro in Prefettura o alla Direzione del lavoro. «Nelle nostre mani, a livello nazionale, abbiamo già, del resto, uno strumento strategico, ovvero la nostra tessera magnetica sanitaria», suggerisce Rasizza. Settimo: sanzionare le cooperative senza licenza. Ogni anno vengono effettuati 200mila controlli, a fronte di una platea di 1,5 milioni di imprese con dipendenti: si è passati da 8.320 ipotesi di violazione nel 2014 a 9.620 nel 2015 con un incremento del 16%. Per arrivare al 2016 con 13.416 ipotesi di violazione in materia, con un incremento del 39% rispetto al 2015. Centrale poi assicurare alloggi dignitosi ai lavoratori, aumentare i controlli nei campi anche con i droni (la tecnologia ha già ampiamente dimostrato la sua efficacia nella ricognizione area). Decimo: avviare un tavolo di discussione per concertare nuove soluzioni che coinvolga le organizzazioni datoriali e sindacali dell’agricoltura con organizzazioni datoriali e sindacali della somministrazione.
«L’istituto della somministrazione – conclude l’imprenditore -, oltre al suo ruolo di connessione tra domanda e offerta, potrebbe contribuire a rafforzare la legalità nell’agroalimentare, attraverso la predisposizione di un quadro di regole a tutela dei lavoratori».