Dogane «La sicurezza non si crea chiudendo un cancello Servono più controlli»

La Prealpina - 04/04/2017

«Non vogliamo essere fraintesi: vogliamo più sicurezza anche noi. Ma la sicurezza non si ottiene chiudendo un cancello, ma con ben altre soluzioni. Ad esempio noi abbiamo chiesto l’aumento di organico della caserma dei carabinieri e invece ora, al contrario, ce la troveremo presto con un’unità in meno».

Non si spegne l’eco della protesta dei venti sindaci della Valceresio, Valganna e Valmarchirolo che hanno passato il sabato sera a protestare davanti alla dogana di Cremenaga, chiusa per i prossimi sei mesi dalle ore 23 alle 5 del mattino per decisione svizzera. A tracciare il punto della situazione è Antonio Banfi, primo cittadino viggiutese che aggiunge: «Nel dibattito è emersa una distorsione rispetto alla nostra proposta: noi non siamo nè contro la Svizzera, né contro la sicurezza. Anzi, la Confederazione dobbiamo ringraziarla perché dà lavoro a 60.000 italiani ma, nell’ottica della collaborazione, non ci si comporta così, perché sulla chiusura nessuno ci ha comunicato nulla». Poi Banfi punta il dito anche contro le autorità italiane: «Il controllo dei valichi è fondamentale e noi – dice ancora il primo cittadino viggiutese – ci abbiamo investito con telecamere, mezzi e uomini. Però non ha senso chiudere un cancello e pensare di risolvere il problema. Vale per Cremenaga, ma anche per Saltrio e Clivio. Il contrabbando ci insegna che presidiare o chiudere i varchi non basta, perché si può passare dai boschi.

E quindi, piuttosto che tirare il cancello di notte, servirebbero più risorse e forze dell’ordine italiane e svizzere sul territorio. Le abbiamo chieste da due anni, sottolineando il problema di organico della nostra stazione dei carabinieri, ma ci è stato risposto negativamente».

Intanto per stamattina è stato convocato, nella sede della Regio Insubrica di Mezzana (in Canton Ticino), un incontro con all’ordine del giorno la “Chiusura notturna dei valichi secondari tra la Svizzera e l’Italia”, a cui parteciperà il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi (nella foto). «In quella sede – dice il sindaco di Cantello – porterò tutte le richieste e le preoccupazioni dei sindaci, che in questi giorni stanno manifestando alla frontiera con la Svizzera. Già qualche settimana fa, appena avuto notizia delle decisioni elvetiche, come Provincia di Varese avevano espresso il nostro dissenso rispetto alle modalità unilaterali con cui è stato preso quel provvedimento. Abbiamo inoltre chiesto che ci fosse una maggior condivisione su questo e altri temi, che hanno inevitabili ricadute sui nostri cittadini e di affrontare le questioni anche su tavoli istituzionali transfrontalieri. Tavoli che per altro già esistono. Mi auguro che quello di domani (oggi, ndr) sia un primo passo verso l’accoglimento delle istanze sopra ricordate».

E sempre oggi il Consiglio regionale discuterà una mozione di Luca Marsico che vuole sostenere i sindaci del territorio chiedendo un intervento delle istituzioni centrali: «Auspicando una soluzione diplomatica e tenendo aperto la finestra del dialogo fra i due Stati e fra Regione Lombardia e il Canton Ticino – sottolinea il consigliere regionale di Forza Italia – sono a fianco dei sindaci di frontiera auspicando un confronto nel merito che tenga conto delle esigenze di entrambi gli Stati. Mi auguro che durante questi sei mesi di sperimentazione si possa, invece, giungere a soluzioni diverse che non penalizzino il territorio italiano e la Provincia di Varese come invece, purtroppo, è avvenuto con la chiusura notturna delle dogane iniziata nella notte dello scorso fine settimana».