Prima il tessile, poi è stata la volta del comparto dell’energia e del petrolio, poi del legno, i mezzi di trasporto e nei prossimi giorni toccherà alle poste. In questi giorni una serie di scioperi e manifestazioni nazionali stanno disegnano la mappa di questo autunno caldo dei rinnovi contrattuali ingarbugliati ancora in difficili trattative e di vertenze in sospeso, segno di una volontà dei lavoratori di far sentire la loro voce per trovare al più presto una soluzione condivisa. Venerdì è stata la volta del settore dell’energia e del petrolio che ha manifestato con presidi in tutto il territorio nazionale: «L’auspicio è quello di riprendere il confronto al più presto per arrivare ad una sintesi che ci consenta la sottoscrizione dell’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto ormai scaduto da dieci mesi» hanno spiegato le tre sigle sindacali di categoria Filctem, Femca, e Uiltec. Anche il comparto del legno ha manifestato nella giornata di venerdì: «Se l’intento di Federlegno era quello di metterci alla prova dovrà ricredersi perché lo sciopero ha mostrato chiaramente la misura dell’unità dei lavoratori e la misura del loro sostegno alle richieste economiche e normative che abbiamo avanzato al tavolo di trattativa» hanno dichiarato le segreterie nazionali di Feneal, Filca, Fillea. «Le proposte avanzate al tavolo del rinnovo contrattuale da Federlegno sono per noi irricevibili – proseguono i sindacati -. Noi abbiamo un’idea probabilmente più moderna del lavoro e delle relazioni sindacali, pensiamo che solo un ambiente sereno, dove le persone sono rispettate, le professionalità valorizzate, e le scelte condivise, si possa far crescere la produttività, stando al passo con i tempi e affrontando la sfida della competitività nell’era della globalizzazione». Sono migliaia i lavoratori che attendono il rinnovo del contratto: tessile, metalmeccanico, edili, legno, energia e la pubblica amministrazione che vanta, in negativo, il tempo più lungo di attesa nello sblocco del contratto. «Lo sciopero richiede uno sforzo in più ai lavoratori – ha spiegato nei giorni scorsi Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl dei Laghi – ma se serve non escludiamo che possano essercene altri». Quelle che stanno investendo le tante categorie interessate dal rinnovo in questi giorni sono manifestazioni organizzate a livello nazionale, che arrivano a coinvolgere i lavoratori di tutto il Paese mettendo in agitazione numerose categorie. «È quanto mai urgente giungere al più presto allo sblocco del contratto nazionale per le categorie che ancora attendono il rinnovo contrattuale – sottolinea Umberto Colombo, segretario della Cgil varesina – ci sono migliaia di lavoratori coinvolti ed è necessario, attraverso il contratto nazionale, garantire la solidarietà di ogni categoria, attraverso la revisione della parte salariale e della parte normativa che garantisce i diritti fondamentali di tutti i lavoratori». Ma la situazione è complicata anche da una serie di vertenza che nei prossimi giorni, venerdì 4 novembre, porterà allo sciopero nelle poste: «Poste è un patrimonio di tutti i cittadini – spiegano in una nota le sigle sindacali di categoria – non si possono chiudere Uffici Postali solo perché in zone disagiate, ignorare la necessità di personale agli sportelli: anche per questo si sciopererà il 4 Novembre». n