L’itinerario di oggi ci porta alla scoperta di un paese appeso ad un filo. Monteviasco raggiungibile soltanto a piedi oppure attraverso la funivia che collega la deliziosa frazione al “capoluogo” Curiglia. In realtà c’è molto di più. Ovvero uno splendido giro ad anello in valle Veddasca: la viaschina in autunno, con una puntatina ai Mulini di Piero. Uomini e racconti Siamo a Curiglia con Monteviasco, nell’alto varesotto: posteggio comodo e gratuito all’inizio della passeggiata. A Luino si deve prendere la SP6; si sale dapprima verso Fornasette – prendendo a destra alla rotonda sul lungolago nei pressi del porto vecchio – si prosegue girando a sinistra verso Dumenza dopo poche centinaia di metri. Attraversate Dumenza, Stivigliano e Due Cossani si arriva in centro Curiglia dove si può posteggiare agevolmente, nel parcheggio verso l’uscita del paese. Non sorprendetevi se durante la passeggiata, magari proprio alla stazione della funivia troverete il sindaco di Curiglia con Monteviasco, Ambrio Rossi. Un uomo che conosce ogni palmo del paese e della valle. Che guida lo scuolabus personalmente per portare gli studenti nelle più vicine scuole: «serviva il servizio – spiega – ci siamo organizzati. Io sono pensionato, tempo libero ne ho e non possiamo permetterci sprechi. Così accompagno i ragazzi a scuola. Mi piace farlo ed è un servizio per tutta la comunità». Quindi, se lo incontrate affidatevi a lui: saprà anche raccontarvi le storie che caratterizzano il territorio. Storie di spalloni, i cui sentieri che portano dritti in Svizzera sono ancora percorribili, storie di “mala” affascinanti. Sorride Rossi mentre spiega: «Accanto alla stazione di valle della funivia, nelle vecchie baite dei Mulini di Piero, si racconta che negli anni Settanta si rifugiarono per un periodo i terroristi rossi della banda Baader Meinhof, in fuga dalla polizia tedesca. A pochi chilometri di distanza, a Dumenza, l’imbianchino Vincenzo Peruggia nascose nel 1911 la Gioconda dopo averla rubata al museo del Louvre. Un suo discendente oggi è il sindaco del paese. Ci fu pure un cuoco famoso, a Dumenza, Bartolomeo Scappi, nel 1500 divenne lo chef dei papi a Roma, ma questa è un’altra storia». Questo itinerario ci porta a toccare anche questi luoghi. La Valle Veddasca offre numerosissime passeggiate di grande bellezza: se è davvero difficile scegliere la migliore, l’anello della Viaschina può ambire ad occupare una delle prime posizioni. L’itinerario autunnale parte da ponte di Piero con salita a Monteviasco. A Curiglia, appena prima del parcheggio, verso la strada per Ponte di Piero, si trovano le indicazioni per Viasco ed il sentiero didattico; si prende la strada asfaltata che con buona pendenza porta alla prima tappa del nostro giro e la si segue fino a trovare il bivio che in leggera discesa porta a Viasco. L’alpeggio è costituito da una manciata di baite ristrutturate e regala una bella vista su lago Maggiore e versante maccagnese (e ticinese) della valle Veddasca: si riconoscono, tra gli altri Lozzo, Biegno ed Indemini. Attraversato villaggio, dove si trova un’azienda agricola, si risale sulla strada abbandonata poco prima, diventata nel frattempo sterrata e la si segue continuando verso sinistra. Nel tratto di percorso che porta all’Alpe Cortetti la natura è predominante, con la bella faggeta, numerosi ruscelli che formano graziose cascate, affascinanti stratificazioni rocciose e la bella vista con Monteviasco in lontananza, sul versante opposto della vallata. Dopo aver perso leggermente quota ed aver passato alcuni guadi si raggiunge l’alpe Cortetti seguendo il sentiero in buona pendenza. Qui le baite sono per lo più diroccate, ma il luogo è fascinoso, con un paio di panchine in sasso per riposarsi ed i cartelli del percorso didattico che parlano delle incisioni rupestri, qui ritrovate e della funzione delle varie costruzioni quando l’alpeggio era funzionante. Profumo di caldarroste Il percorso per Monteviasco regala nuove suggestioni, diversi saliscendi, cascatelle in abbondanza e la vista su Viasco da cui si proviene; l’autunno regala una favolosa sfumatura di colori che virano dal marrone al rosso attraverso giallo e arancione. Con nell’aria un profumo di fuliggine e caldarroste. Baite e piccoli alpeggi diroccati si susseguono numerosissimi. Monteviasco (raggiungibile in una cinquantina di minuti di cammino dall’alpe Cortetti), è una meraviglia, oggi scelta come buon ritiro da molti milanesi, offre la possibilità con tre ristoranti (Il Barchet, il Vecchio Circolo e Il camoscio) di gustare delle prelibatezze che in questa stagione virano, inevitabilmente, su polenta, selvaggina, cacciagione e ottimi formaggi di capra. n