L’intesa funziona. E, dopo i successi del Maga, è il BA film festival a rilanciare la collaborazione culturale tra le grandi città del territorio, da Busto Arsizio a Gallarate, da Legnano a Castellanza.
La serata finale ha visto gli esponenti delle istituzioni compatti su questo fronte. Margherita Peroni, assessore alla Cultura a Gallarate, ha sottolineato la «collaborazione positiva»: «Non siamo nuovi a queste intese, il BAff è una bellissima rassegna e tra noi e Busto stanno sorgendo sinergie su vari campi, avremo un autunno molto ricco. La cultura è circolare e non ha confini, il film festival è una rassegna unica, l’eccellenza le va riconosciuta».
Mirella Cerini, sindaco di Castellanza, è salita sul palco del Teatro Sociale per premiare l’attore Francesco Montanari. «Quella di Castellanza è sempre una delle serate più belle del festival – ha ricordato il direttore artistico Steve Della Casa – La particolarità è che fino alle 21 meno tre minuti non arriva nessuno, poi compaiono tutti. I primi anni mi angosciavo, ora so che è così». «Faccio i complimenti a Busto e all’assessore Maffioli per la sensibilità dimostrata coinvolgendoci in un momento di valorizzazione e promozione del territorio – ha detto Cerini – Grazie per il sostegno al cinema italiano e alle piccole sale sopravvissute, come quella parrocchiale di Castellanza».
Brevi messaggi, ma significativi. «Le esponenti delle istituzioni non sono vallette, era giusto intervenissero – precisa ora Manuela Maffioli – Ci sforziamo di mantenere un’offerta culturale alta, gli ostacoli non mancano per questo ringrazio le amministrazioni che collaborano». Legnano compresa, anche se l’assessore Franco Colombo ha dovuto assentarsi sabato per un appuntamento legato al Palio.
Obiettivo è condividere le eccellenze. «Territori ad alto potenziale culturale come i nostri hanno davanti un futuro chiaro – dice Maffioli – Ciascuno è bravo di suo, se ci uniamo non ci ferma nessuno, diventiamo una potenza». Lei, da parte sua, ha portato competenza e passione: la preparazione su teatro, cinema e arte, conquistata in università e poi negli anni di lavoro in Regione, appare evidente. «Ho voluto e potuto seguire la genesi del festival, partecipando alle scelte nel rispetto dell’orientamento artistico dei curatori – precisa Maffioli – Ho risposto alla città che chiedeva un maggiore coinvolgimento: non ho mai pensato che rappresentasse troppo poco Busto Arsizio, ma ho considerato chi percepiva un messaggio diverso da quello che ricevevo io. Da qui il coinvolgimento di commercio, sport, librerie, tourist angels. Quanto alla parte politica, per ora zero polemiche: si erano creati degli equivoci, dei pregiudizi su costi e cachet. Abbiamo contribuito a demolirli, si può sempre migliorare e a giorni faremo il punto per trarre insegnamento. Non perdiamo tempo». Insomma, un contributo non di passerella ma di contenuti, «al riparo dai riflettori»: «Il BAff non è per me un red carpet, ma un investimento culturale. In passato tutta la Valle era coinvolta, la crisi ha portato alcuni a scelte diverse. Eccellere in tutto non è possibile, occorre unire le forze in modo intelligente».