Crisi (quasi) finita. Ma non per tutti

Provinciadivarese.it - 01/05/2016

I dati contrastanti sulla situazione del mercato del lavoro in provincia di Varese (più contratti, occupazione femminile in calo) emersi dall’indagine condotta dalla Camera di Commercio su base Istat, non stupiscono Massimiliano Serati, professore associato di politica economica della Scuola di Economia e Management della Liuc.

Professor Serati, come commenta i numeri emersi dall’indagine sul mercato del lavoro varesino nel 2015?

Si tratta di dati che consigliano prudenza, perché frutto di contraddizioni tipiche di questa fase di transizione, da un momento negativo dell’economia a uno positivo; non sono stupito, perché si tratta direi di un classico, anche se interpretare i dati non è mai facile.

Scorrendo i dati, emergono con chiarezza le difficoltà occupazionali in particolare di due categorie, quelle dei giovani e quelle delle donne; è un elemento preoccupante?

In questa fase sono le categorie più fragili a soffrire, a causa sia di un’inefficienza del mercato del lavoro, sia per la tipologia di attività lavorativa svolta, ovvero chi ha avviato un’attività autonoma provvisoria o chi, come dipendente, ha occupato posizioni precarie. Il termine della fase più acuta della crisi economica e la ripresa di fiducia da parte delle imprese ha portato a un reclutamento del personale tradizionale che premia le persone di esperienza e i maschi, a scapito quindi dei giovani e delle donne.

Anche questo quindi è un fenomeno ambivalente; positivo perché la crisi sta finendo ma negativo per queste due categorie?

Sicuramente la situazione non è bella per giovani e donne, ma il segnale in prospettiva è positivo per l’economia; piuttosto è un altro dato a preoccupare, ovvero quello dell’aumento dei cosiddetti inattivi, quelle persone scoraggiate che non cercano più lavoro; un elemento difficile da interpretare ma preoccupante.

Dall’indagine emerge un aumento del numero di assunzioni ma anche un aumento del tasso di disoccupazione; quanto hanno inciso gli incentivi fiscali su questo dato?

Il dato delle assunzioni è positivo ed è verosimile che sia legato agli incentivi del Jobs Act, grazie ai quali sono stati aperti degli spazi seppure temporanei; manca il numero delle cessazioni dei rapporti di lavoro per poter compiere un’analisi più corretta.

Visto che gli incentivi sono destinati a diminuire sensibilmente, dobbiamo preoccuparci per il 2016?

Non mi preoccuperei, perché gli incentivi hanno un senso in un momento di emergenza, che sta finendo come dimostrano i segnali della fiducia espressa dagli imprenditori o il fatto che due terzi della cassa integrazione autorizzata non vengano utilizzati o anche il ritorno al reclutamento tradizionale.

Che 2016 dobbiamo aspettarci per il mercato del lavoro a Varese?

Senza aspettarci miracoli, il 2016 sarà migliore del 2015; poi ci sono fattori locali da tenere in considerazione che non possono essere prevedibili. Il fatto che il nostro territorio sia a trazione manifatturiera, un settore che subisce molto la crisi ma che recupera più velocemente, può incidere parecchio, soprattutto nel sud della provincia».