Ora le risorse ci sono ed è nostra intenzione sostenere le imprese che stanno uscendo dal tunnel della crisi. Sono tanti i manager bancari che in questi mesi hanno espresso questo buon proposito. Ma la realtà corrisponde alle intenzioni? Non proprio. Per lo meno per le piccole e medie imprese dell’artigianato varesino.
Basta dare un’occhiata agli ultimi dati disponibili per rendersene conto. Ne risulta che lo stock di finanziamenti concesso all’artigianato varesino nel 2015 è di 709 milioni di euro, in calo del 4,9% rispetto al 2014. Una situazione a cascata che nel settembre 2015 aveva registrato una riduzione del -4,5% e, nel 2014, un -1,3%. Secondo i dati di Banca d’Italia, lo stock di finanziamenti concessi al totale delle imprese della provincia di Varese, al 29 febbraio 2016, era di 8,4 miliardi di euro. Di questi il 18,3% – pari a 1.538 milioni di euro – è stato erogato alle imprese con meno di 20 addetti. Il calo, rispetto al mese di febbraio 2015, segna un -3,6%: la diminuzione supera di gran lunga quella che ha interessato l’intero sistema produttivo (-1,4%) e le imprese con oltre 20 addetti (-0,9%). Le sofferenza bancarie non aiutano certo a pensare positivo perché a fronte di 9,8 miliardi di euro di finanziamenti, le sofferenze raggiungono 1,4 miliardi. Nell’ultimo anno sono cresciute di un +9,1%; se guardiamo al 2011 il loro incremento è stato addirittura del +54,4% seppur inferiore a quello regionale con un +103,1%.
Il tasso pagato dalle imprese di Varese e provincia sui finanziamenti è del 5,12%: superiore di 8 punti base a quello medio nazionale (5,04%) e al di sopra di 60 punti base rispetto a quello regionale (4,52%).
Il problema non accenna a risolversi: se da un lato gli imprenditori della piccola impresa reagiscono alle difficoltà scommettendo anche sull’andamento futuro di un’economia traballante, dall’altro gli istituti di credito non riescono sempre ad entrare in sintonia con i reali bisogni della micro e piccola impresa. Una possibile soluzione per entrambe è quella di fare leva sulla cultura finanziaria: è questa che, ancora oggi, manca in parte al tessuto imprenditoriale ma è proprio questa a fare la differenza in questo nuovo modo di fare mercato.
«Il mondo è cambiato – dichiara il Presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli – e le imprese lo stanno capendo. Dopo anni di insistenza da parte nostra, gli strumenti per un’adeguata cultura finanziaria su misura per il mondo imprenditoriale stanno prendendo forma e sono apprezzati. Penso a Credit Pass e al software per l’analisi dei flussi di cassa realizzato con l’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness dell’Università Liuc di Castellanza. Due modelli che aiutano gli imprenditori a fare il punto sul presente ma anche a programmare le scelte del futuro che portano ad ottenere un miglior rating e, di conseguenza, un credito di qualità migliore. Confartigianato Varese è poi una fra le punte di diamante di ConfidiSystema!, il grande confidi a livello lombardo. Siamo un’agenzia territoriale che vanta una rete capillare di professionisti».