Convertiplano, paura del ko

La Prealpina - 23/05/2016

IL programma di sviluppo del convertiplano rappresenta il futuro di AgustaWestland. Sono innumerevoli le occasioni ufficiali durante le quali questa affermazione è risuonata forte e chiara dai vertici aziendali, come se si volesse mettere bene in chiaro che il colosso degli elicotteri con le radici in provincia di Varese, potesse contare su un pilastro difficilmente abbattibile. Invece, ora che il progetto è stato fermato dalla Procura della Repubblica di Vercelli nell’ambito delle indagini relative all’incidente in volo accaduto lo scorso mese di ottobre e costato la vita ai due piloti collaudatori –Pietro Venanzi e Herb Moran – qualche crepa si apre nel pilastro. Il seuqestro, da parte dei carabinieri, del terzo velivolo in procinto di proseguire le prove di volo negli Stati Uniti, quanto andrà ad incidere sui programmi di sviluppo aziendali ?

A chiederselo sono le istituzioni locali, come sempre molto attente ai progetti industriali dei colossi Leonardo presenti sul territorio. Ma soprattutto a porsi delle domande sono anche i dipendenti dell’azienda leader nella produzione di elicotteri. Sì perchè, vedere con i propri occhi, gli uomini dell’Arma entrare in azienda, sigillare l’AW609 e l’hangar in cui era custodito non può non destare qualche preoccupazione. L’azienda, da parte sua, ha ribadito la propria intenzione di portare avanti lo sviluppo del programma. L’obiettivo è arrivare alla certificazione americana nel 2018. Buoni i propositi anche se è chiaro che questo intervento della magistratura, inevitabilmente, porterà a una frenata negli step industriali previsti.

Qualche perplessità viene espressa anche dai rappresentanti sindacali provinciali. Se Giovanni Cartosio della Fiom preferisce attendere l’incontro ufficiale con Leonardo-Finmeccanica previsto per domani, Francesco Nicolia della Uilm e Paolo Carini della Fim, esprimono qualche preoccupazione.

«Il fatto che i magistrati decidano di bloccare la macchina è un elemento di forte preoccupazione – spiega Carini – perchè fermare le prove di volo significa frenare lo sviluppo della macchina stessa e quindi, probabilmente, posticipare la certificazione. Questa è una macchina unica al mondo sul fronte del civile, con una tecnologia avanzata che potrebbe aprire opportunità molto importanti. E’ chiaro che un rallentamento del suo sviluppo non ci lascia tranquilli, soprattutto nella situazione attuale, in cui la frenata degli ordini degli elicotteri è sotto gli occhi di tutti».

Sulla stessa linea anche Nicolia: «Ci auguriamo che questo stop – afferma – non comporti danni economici seri all’azienda. Per questo speriamo anche che si faccia chiarezza in tempi ragionevolmente brevi». Insomma, le preoccupazioni sul futuro ci sono, eccome. Anche perchè l’AW609 è di fatto la via nuova nell’industria elicotteristica. E oggi, proprio quella industria, non vive un momento facile. Colpa del prezzo del petrolio, sceso a tal punto che le aziende “Oli&gas” hanno ridotto gli investimenti nei velivoli. Il calo di ordini riguarda anche i competitor di Leonardo, ma non è una ragione sufficiente per non rimboccarsi le maniche cercando nuov isviluppi industriali. E il convertiplano è uno di quelli.