Confartigianato attacca«Imprese senza servizi»X

La Prealpina - 01/06/2016

In Confartigianato Varese hanno deciso che la settimana prima del voto fosse quella propizia per far rimbombare il messaggio. Utile, insomma, per risvegliare le coscienze (dei candidati) sull’odissea quotidiana che le aziende vivono in quella che l’ente bolla come «la periferia delle imprese», ovvero la zona industriale di Sacconago, protagonista di una video-inchiesta che fa il punto su troppi bisogni e promesse mancate.

Per questo si è deciso di dar voce alle criticità di alcune delle attività (sono oltre 140, disposte in capannoni che coprono 350mila metri quadrati) che gravitano su un’area «studiata bene all’origine ma poi lasciata spesso in stato di abbandono», spiega Roberto Rosanna(titolare di Erreci) mentre accompagna gli “inquirenti” di Confartigianato in un tour.

Uno sfogo che tocca tanti punti ma ne mette a fuoco soprattutto tre. Il primo è quello della mancanza di servizi a supporto delle ditte e dei loro dipendenti. Si va dalla banca alle poste, senza dimenticare un bar, un ristorante o anche solo una mensa. «E dire che noi ci eravamo proposti per realizzarne una con un nostro capannone – si sfoga Patrizia Metti, amministratrice di Mebra Plastik – ma ci dissero che stava provvedendo il Comune». Peccato che il tempo sia trascorso e i risultati non siano arrivati «e i servizi di pubblica utilità continuano a restare sconosciuti».

Un po’ la stessa iniziativa era venuta in mente a Massimo Tosi di Mad Color Group, gioiellino che decora auto, barche e altri mezzi: «Pensavamo a un piccolo bar, ma l’amministrazione ci disse che non si poteva perché le aree erano vincolate a uso produttivo». E anche in questo caso il sogno – anzi il bisogno – resta nel cassetto. La conseguenza della mancanza di punti di ristoro si riversa «nell’impossibilità di offrire un caffè se non alle macchinette, mentre i lavoratori se vogliono acquistare un panino devono farsi 4 chilometri». Rigorosamente con il loro mezzo, tanto che sono successi incidenti e le grane – oltre agli infortuni – si scaricano sul posto del lavoro.

«Non esiste trasporto pubblico – insiste Metti – e il terminal Merci che hanno realizzato nel cuore della zona industriale non offre servizi alle realtà produttive». Così l’associazione varesina, in un’amara nota spiega come «non è tutto oro quello che luccica» e pone la domanda fatidica: «Le tasse pagate dalle imprese si traducono veramente in servizi di eccellenza?». La risposta (negativa) è implicita nel tour con Rosanna, che ricorda anche «la promessa mai mantenuta della variante con la superstrada della Malpensa, così i camion passano nei centri abitati dove spesso non possono transitare e vengono multati, oppure lontano dalle direttrici autostradali». E neppure sul fronte delle manutenzioni si sta bene: «Gli alpini hanno appena tagliato un po’ di rami sporgenti sulla ciclopedonale, non avveniva da sei anni». Pensare poi a un sistema in fibra ottica o a presidi sanitari è impossibile e molti si sono arrangiati da sé. Tutti simboli di «un’area riconosciuta come di qualità da Regione Lombardia – conclude lo sfogo di Confartigianato – ma abbandonata a se stessa, trascinando da anni problemi a cui non si trova soluzione».