Cibi falsi: «La Ue perde un’occasione»

La Prealpina - 20/04/2018

Mette radici ancora più profonde la lotta delle associazioni contro i “tarocchi” alimentari. «Serve una spallata molto forte per tracciare, in Europa, una nuova rotta e puntare alla rintracciabilità obbligatoria in etichetta per tutti i cibi che si portano in tavola: la raccolta di firme #stopcibofalso continua e l’appello è ancora più vigoroso. Diciamo tutti insieme che vogliamo un’etichetta chiara, che valorizzi ovunque il made in Italy e il made in Varese». Così Fernando Fiori, presidente provinciale di Coldiretti, a commento della decisione della Commissione Europea di lasciare alla volontà dei singoli la possibilità di indicare l’origine in etichetta delle produzioni agroalimentari.

Una soluzione di compromesso, quando invece per Coldiretti serviva combattere con decisione il “fake a tavola” e obbligare tutti i trasformatori a indicare l’origine delle materie prime agroalimentari.

«L’azione continua e bisogna partire da una conquista nazionale che, ora, diviene d’esempio – sottolinea il presidente Fiori -. Grazie all’azione di Coldiretti, infatti, l’Italia si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia, che sarà oltretutto rafforzata a partire dal 9 maggio dal nuovo decreto legislativo sulle sanzioni che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell’origine. Continueremo, quindi, nei due anni che mancano all’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario, a impegnarci».