«C’è fame di super tecnici»

La Prealpina - 17/04/2018

Super tecnici. sono loro le figure più ricercate dalle imprese del territorio, messe di fronte alla sfida dell’industria 4.0. E ora anche i ragazzi che terminano le scuole superiori lo hanno ben compreso.

Lo dimostrano i numeri costantemente in crescita degli studenti che scelgono gli Its, Istituti tecnici superiori, certi che, una volta chiusi i libri, troveranno subito lavoro. Basti pensare che la Fondazione Its Lombardo Mobilità sostenibile che opera in provincia di Varese, ha un tasso di occupabilità dei suoi ragazzi pari al 96 per cento. I dati, e le opportunità, sono stati snocciolati ieri pomeriggio a Ville Ponti, durante il convegno “Scegli Its. Alta formazione post diploma”. Tra i relatori, Angelo Candiani, presidente della Fondazione Itas Lombardo Mobilità sostenibile”, e Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale Umano.

«L’esito sul fronte occupazione – ha spiegato Candiani – per i nostri corsi raggiunge il 96 per cento . Una performance che ci dà soddisfazione e importanti riconoscimenti anche a livello nazionale». E i ragazzi stanno scoprendo tutto il valore di questo tipo di formazione. «Noi siamo pieni di ragazzi (al momento sono 250 gli iscritti agli Its) – ha detto Candiani – ma anche di richieste da parte delle aziende, a cui cerchiamo di dare tutte le risposte. Siamo sempre e costantemente impegnati per cercare di non mandare via nessuno».

Va detto che la Lombardia gioca un ruolo di primo piano nella partita degli Its, con 18 fondazioni ( La norma prevede che a gestire gli Its siano fondazioni di partecipazione con scuole, enti di formazione, imprese, università, enti locali, ndr). Varese, in questo percorso, rappresenta sicuramente un fiore all’occhiello, con sei Fondazioni operative che coprono pressoché tutti i settori del mondo industriale: Ict, aeronautico, meccanico, energia, tessile e chimico.

«Sulla formazione la provincia di Varese ha sempre giocato d’anticipo – ha detto ieri Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindustria – prima con la sinergia tra imprenditori e mondo universitario e la nascita della Liuc, ora con questi nuovi percorsi che, ancora una volta, sono il risultato del dialogo tra scuola, azienda e territorio. Il nostro territorio è uno dei più industrializzati in Europa e gli Its sono tra i migliori ganci per entrare a far parte di questo mondo produttivo. Le imprese hanno fame di super tecnici in tutti i settori merceologici». Si stima che nei prossimi cinque anni, a livello nazionale, nei settori chiave del Made in Italy si apriranno opportunità per circa 280mila persone, con figure professionali difficili da reperire, tutte da costruire.

«L’Its è un tipo di formazione concreta – ha sottolineato Brugnoli – e dà ottimi risultati perché unisce scuola e impresa. E quasi sempre, i ragazzi che svolgono le ore di formazione in azienda, vengono poi assunti dagli stessi imprenditori che li hanno formati». E non si pensi a una concorrenza con le università. «Assolutamente no – chiarisce Brugnoli – son due percorsi paralleli , entrambi necessari per creare sviluppo e far crescere aziende e occupazione».