Casti Group e fatture false «Castiglioni a processo»

La Prealpina - 18/05/2018

La prima udienza davanti al gup Anna Giorgetti si è svolta ieri pomeriggio e ce ne sono altre due in programma, il 24 e il 31 maggio. Già fondamentale la prima, però, perché a prendere la parola in apertura è stato il sostituto procuratore Luca Petrucci, che ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati della maxi inchiesta Casti Group, a partire naturalmente dall’imprenditore Gianfranco Castiglioni (con lui potrebbero andare a processo altre nove persone, mentre un indagato ha scelto il rito abbreviato e un altro il patteggiamento, riti alternativi di cui il gup si occuperà, rispettivamente, in una delle prossime due udienze e in un’altra a parte). Ieri hanno iniziato la discussione sul rinvio a giudizio anche parte dei difensori, mentre il giudice deciderà, come detto, l’ultimo giorno di maggio, a quasi quattro anni dall’arresto di Castiglioni.

I capi d’imputazione di un eventuale futuro processo saranno ben 141: 23 le società coinvolte e un’accusa di associazione per delinquere mossa a Gianfranco Castiglioni, Marina Elisa Affri, Massimo Santoro e Davide Castiglioni. Il primo, che nel 2014 era stato appunto arrestato su ordine della magistratura di Spoleto, la prima ad agire, è considerato infatti il “dominus” di un’associazione per delinquere che avrebbe creato un’infinità di false operazioni all’interno del gruppo per ottenere crediti Iva da utilizzare in compensazione per pagare oneri previdenziali o altri tributi, e anche per fare andare avanti le aziende. Con l’emittente che non versava l’Iva e con la ricevente che ne chiedeva appunto il rimborso. Le fatture false utilizzate sarebbero state più o meno 10.600, per operazioni inesistenti per un valore di 2,4 miliardi di euro. Trecento i milioni di euro che sarebbero stati indebitamente percepiti come rimborsi Iva e sessanta i milioni utilizzati, sempre indebitamente, come compensazioni di imposta. Con una cifra finale vertiginosa per quanto riguarda le imposte che sarebbero state evase nel periodo che va dal 2007 al 2013: 1,2 miliardi di euro.

È certo inoltre che già alla prima udienza dell’eventuale futuro processo, i difensori di Gianfranco Castiglioni, gli avvocati Cesare Cicorella e Carlo Enrico Paliero, anche Ordinario di Diritto penale all’Università di Milano, solleveranno di nuovo una questione costituzionale respinta dal gup in un’udienza precedente. Ovvero quella del nesso obbligatorio tra risarcimento e accesso al patteggiamento, che per Castiglioni sarebbe processualmente la scelta migliore. Solo che risarcire l’Agenzia delle Entrate vorrebbe dire versare una cifra astronomica, che l’imprenditore naturalmente non ha, e di qui il dubbio: è costituzionalmente corretto il fatto che patteggiare dipenda dalle condizioni economiche dell’imputato?