Case a Malpensa più care di Varese

La Prealpina - 12/04/2016

La crisi di Malpensa degli ultimi sette anni, generata dal dehubbing di Alitalia e amplificata dalla crisi finanziaria globale, ha creato un deprezzamento del valore del mattone nei Comuni attorno a Malpensa superiore alla media provinciale. Una verità indiscutibile o il più classico dei luoghi comuni? La seconda opzione è la risposta giusta secondo l “Mxp-Economic Footprint” realizzato dal Cerst, il centro di ricerca dell’università Carlo Cattaneo di Castellanza per l’analisi delle politiche di pianificazione e sviluppo territoriale. Secondo lo studio realizzato dalla Liuc, sarebbe falso sostenere che le esternalità ambientali negative generate dall’aeroporto abbiano ridotto il valore economico degli asset nei Comuni di sedime. I dati presentati l’altro giorno a Malpensa da Massimiliano Serati mostrano che l’andamento delle quotazioni immobiliari nei nove Comuni del Cuv (Somma Lombardo, Lonate Pozzolo, Samarate, Ferno, Cardano al Campo, Vizzola Ticino, Arsago Seprio, Casorate Sempione e Golasecca) ha subito un calo del 3,6 per cento negli ultimi sei anni, con una differenza sostanziale tra il periodo compreso tra il 2009 e il 2012 (+0,3) e i tre anni successivi (-3,9). Dati negativi, dunque, ma meno negativi rispetto alla media dei “Grandi Comuni” della provincia. Varese, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno, infatti, hanno registrato un calo delle quotazioni immobiliari del 5,7 per cento negli ultimi sei anni, suddiviso in un -1,1 per cento tra il 2009 e il 2012 e il -4,6 per cento nel triennio 2013-’15.

I Comuni del Cuv, secondo i dati diffusi dal Cerst, avrebbero fatto meglio anche dei cosiddetti “Comuni di controllo”, ovvero paesi simili per dimensioni e caratteristiche, ma lontani dall’influenza diretta di Malpensa. In questa categoria, per esempio, sono stata inserite realtà come Jerago, Besnate, Castellanza, Cassano, Olgiate Olona, Sesto Calende e Vergiate. Ebbene, il mattone nei “Comuni di controllo” ha subito dal 2009 a oggi un crollo del 5,6 per cento, con un sostanziale pareggio nei primi tre anni prima di imboccare la pesante spirale negativa.

I dati diffusi dal Cerst si possono dunque leggere in un solo modo: la vicinanza di Malpensa ha aiutato il mercato immobiliare del Cuv a perdere di meno rispetto al resto della provincia, in cui il valore delle abitazioni e delle strutture commerciali è sceso soprattutto nelle quattro grandi città.

Alle stesse conclusione il Cerst arriva osservando il reddito pro capite, cresciuto con un tasso dell’1,6 per cento nell’area Cuv contro lo 0,9 registrato sia in provincia di Varese che sull’intero territorio lombardo. «I dati disponibili – spiega il centro studi dell’università di Castellanza – mostrano come nei nove Comuni del Cuv alcuni parametri economici fondamentali, come la crescita del reddito pro capite ma anche la capacità di produrre occupazione e la dinamica della densità produttiva, esibiscano un comportamento più favorevole (o meno sfavorevole) rispetto ad altre aree territoriali di riferimento e una buona capacità di essere resilienti rispetto alla crisi». Numeri, dunque, che sfatano un altro mito: le complesse vicende recenti dell’aeroporto non hanno ostacolato lo sviluppo economico del territorio circostante.