Cuneo fiscale, lavoro, apprendistato. Non è bastata la visita in provincia di varese del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per convincere gli artigiani varesini. A loro, che ogni giorno faticano nel portare avanti le loro attività, tra crisi e concorrenza, le parole non bastano più. Vogliono i fatti e lo dicono chiaramente. E si rivolgono proprio al governo Renzi. Al primo posto, come ormai da diverso tempo, il tema del lavoro.
«Abbiamo bisogno di una legislazione sul lavoro che abbia durata ed effetti più costanti rispetto a riforme che assomigliano più a fuochi fatui – afferma Riccardo Ferrario – Penso al Jobs Act e non posso fare a meno di notare che una valutazione oggettiva ancora non c’è: per alcuni è un successo, per altri invece un fallimento».
Certezze, insomma. Ecco cosa manca di più agli imprenditori varesini, oltre, naturalmente, a interventi mirati che possano realmente facilitare la vita delle imprese. Come, ad esempio, il tema caldo dell’alternanza scuola-lavoro. Il governo Renzi ne ha fatto quasi un vanto, ma poi in realtà che cosa succede tra banchi di scuola e capannoni industriali? L’incontro tra studenti e mondo del lavoro è ancora troppo complicato.
«Quando il governo penserà a creare uno strumento che permetta a studenti e aziende di incontrarsi e conoscersi, in una alternanza vera tra scuola e lavoro?» si chiede Rino La Cognata. Del resto, poter insegnare il mestiere e appassionare le giovani generazioni è essenziale per il prosieguo delle attività presenti in provincia.
«Liberiamo l’impresa – sottolinea anche il presidente di Confartigianato Varese, Davide Galli – semplificando e facendo partire l’alternanza scuola-lavoro per renderla efficace e vantaggiosa per le aziende e per gli studenti. Il mondo del lavoro ha bisogno di giovani preparati e motivati e le nostre imprese sono pronte ad accoglierli. Insieme tutti noi lo faremo se il governo vorrà lavorare su misure in grado di dare vera occupazione». L’appello è chiaro, insomma. Ma la lista dei bisogni è lunga.
«Gli ostacoli per una piccola e media impresa sono ancora troppi – sottolinea ancora il numero uno degli artigiani varesini – ma noi imprenditori, gente del fare, crediamo in quello che lo stesso ministro Poletti ha detto proprio qui a Varese pochi giorni fa: la manifattura è la spina dorsale della nostra economia. Allora rimettiamola in moto questa manifattura, sgombrando il campo dalle lungaggini , dal sovrapporsi di autorizzazioni e permessi, agevolando le imprese virtuose che si battono ogni giorno per la sicurezza e la qualità. Sosteniamo queste imprese che da sole fanno innovazione, usano le nuove tecnologie, scommettono sulla ricerca. E tutto questo per tenere alta la bandiera del Made in Italy».