Campo dei Fiori: grotta dei Mattarelli – C’è un nuovo ingresso al cuore della montagna

La Prealpina - 08/03/2023

er mettere a segno l’impresa ci sono volute tecnologie ultramoderne come rilievi tridimensionali e attrezzature sofisticate, ma anche passione e determinazione, perché il passaggio è stato conquistato metro dopo metro in condizioni spesso al limite. Si è conclusa così una sfida iniziata otto anni fa dal Gruppo speleologico del Cai di Varese: la scoperta di un secondo ingresso alla Grotta dei Mattarelli, nel territorio del Parco regionale del Campo dei Fiori. La montagna varesina, con la sua roccia carsica che ha formato oltre duecento passaggi sotterranei già censiti, continua dunque a regalare sorprese che lasciano a bocca aperta. Questa grotta si trova nel territorio comunale di Luvinate ed è stata scoperta nel 2015, per uno sviluppo che nel tempo, grazie alle continue esplorazioni, è arrivato ora a superare i cinque chilometri di lunghezza. E adesso, grazie alla recentissima impresa, ha anche un nuovo ingresso, sempre nel territorio di Luvinate. «Tramite rilievi 3D – spiegano dal Gruppo speleo varesino -, unito al modello digitale del terreno esterno, è stato individuato il punto in cui la grotta si avvicinava il più possibile alla superficie. Una volta trovato questo punto, una squadra è entrata in grotta con Artva (lo strumento che, tramite segnale radio, permette di individuare persone sotto le valanghe, ndr) in trasmissione e una squadra esterna era con Artva in ricezione, in modo tale da poter stabilire con certezza il punto di contatto. Poi dall’interno, scavando, siamo riusciti a uscire». A sorprendere è anche il fatto che gli esperti siano riusciti a stabilire un contatto radio tra l’esterno e l’interno della montagna: «Si riuscivano a sentire i movimenti all’interno: in molti dicevano che non era possibile per la presenza di roccia e terra, ma in realtà si sentiva molto bene».

Già negli anni passati la Grotta dei Mattarelli aveva regalato soddisfazioni agli speleologi del Cai di Varese: esplorazione dopo esplorazione, gli esperti avevano trovato camini alti decine di metri, poi un torrente sotterraneo e gallerie tappezzate di stalattiti e stalagmiti, oltre a fossili di vario genere. Insomma, una ricchezza naturale che ha spinto gli speleo varesini a proseguire nelle loro attività sotterranee. Poi, lo sviluppo verticale di un camino che culmina con radici e uova di insetto, lascia presagire che la superficie possa essere ormai a pochi metri. Da qui, le pazienti indagini condotte con l’aiuto della tecnologia e la successiva decisione di vedere dove “sbuca” quella verticale: dopo alcune ore di lavoro, l’incontro tra la squadra interna e la squadra esterna, accolto con un brindisi e con la consapevolezza di aver compiuto un’impresa. Ora il mondo sotterraneo del Campo dei Fiori ha una nuova porta.