Camere di commercio, in dirittura la nuova mappa

Sole 24 Ore - 03/09/2020

Dovrà concludersi entro il 14 ottobre la riforma delle Camere di commercio, in cantiere da cinque anni, dalla legge delega 124 del 2015 la riforma Madia. La data l’ha fissata il Dl 104/2020, dando un orizzonte certo a un intervento che si è fermato più volte, tra succedersi di norme e ricorsi alla Corte costituzionale. Di passo decisivo per la chiusura del lungo iter ha parlato Unioncamere intervenuta in audizione dinanzi alla commissione Bilancio del Senato. II vice presidente vicario di Unioncamere Andrea Prete, nel sottolineare che le modifiche hanno superato tutti i passaggi, ha precisato che gli interventi già effettuati «stanno portando risultati di efficientamento e risparmi concreti» e che «Camere più grandi e più forti, con maggiori funzioni come internazionalizzazione e made in Italy, possono meglio supportare le imprese e i territori». Da 1o5le Camere di commercio sono destinate a diventare 6o. Al momento sono scese a 82: 44 hanno già portato a termine la riforma, 38 devono ancora farlo. L’articolo 61 del Dl 104/2020 del 14 agosto accelera la procedura: «Tutti i procedimenti di accorpamento pendenti – si legge – si concludono con l’insediamento degli organi della nuova Camera di commercio entro e non oltre sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Scaduto tale termine, gli organi delle Camere di commercio che non hanno completato il processo, ad esclusione del collegio dei revisori dei conti, decadono e il ministro dello Sviluppo economico, sentita la Regione interessata, nomina, con proprio decreto, un commissario straordinario». Insomma tempi certi per l’istituzione delle nuove i6 Camere, con una prerisaiione, però: i45 enti accorpati non spariranno, resteranno come sedi secondarie. E qui c’è chi toma a contestare il senso stesso della riforma: la nuova geografia camerale che, sottolinea Unioncamere, porterà risparmi ogni annodi oltre so milioni di euro in minori costi di gestione, potrebbe non giovare in alcuni territori dove Camere di commercio pur piccole restano autorevoli interlocutori delle aziende, che, mai come in questi tempi di emergenza Covid, sono in difficoltà. Malumori trasformatisi a novembre 2017anche in un ricorso alla Corte costituzionale. La violazione del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni non è stato però ritenuto fondato dalla Consulta. Nel frattempo, ad agosto 2017, è arrivato il decreto del ministero dello Sviluppo economico, il quale – alla luce delle parole dei giudici costituzionali – ha rivisto la procedura di approvazione. Nuovo decreto quindi il 16 febbraio 2018, anche questo sottoposto al vaglio della Consulta, che lo scorso luglio ha dato il via libera alla prosecuzione della riforma. Ad accelerare la quale ora è intervenuto il Dl Agosto, e i numeri che Unioncamere ha fornito in audizione: nelle circa 40 Camere che si sono già accorpate, i costi sono stati ridotti in media de11o%, soprattutto per quelle più piccole. La crescita di dimensione, inoltre, ha consentito un maggiore accesso a risorse nazionali ed europee (in media il 10% in più). La riorganizzazione degli uffici poi ha permesso e permetterà di destinare alle funzioni di front office per le imprese anche personale prima addetto ai servizi amministrativi interni.