La Camera di commercio a tre tra Mantova, Pavia e Cremona s’ha da fare. E con sede nel capoluogo virgiliano. Checchè ne dicano le associazioni di categoria pavesi e il loro ente camerale.
Ad affermarlo è stato il Tar del Lazio che ha respinto le richieste di sospensiva del decreto ministeriale di accorpamento e dei successivi atti presi dal commissario ad acta Marco Zanini avanzate con due diversi ricorsi dal mondo economico pavese. Per ora l’unificazione può andare avanti così come disposto da Roma e tradotta in un iter corretto dal commissario Zanini; in novembre i giudici amministrativi entreranno nel merito e prenderanno una decisione. Sempre appellabile al Consiglio di Stato, così come le due pubblicate ieri (resta ancora in sospeso il ricorso della Regione Lombardia, contraria all’unificazione a tre).
Le motivazioni con cui il Tar ha respinto i due ricorsi sono sostanzialmente simili. Per quanto riguarda il ricorso presentato da Confindustria Pavia, associazione dei commercianti di Pavia, Coldiretti provinciale, Industria laterizi vogherese srl e Albergo Moderno srl (due imprese, guarda caso, i cui legali rappresentanti sono uno l’attuale presidente della Camera di commercio di Pavia e l’altro un membro della giunta camerale), il Tar è stato chiaro.
«Non paiono sussistere i profili incostituzionali» ipotizzati dai ricorrenti, si legge nell’ordinanza e neppure sono presenti «violazioni del principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni». Non solo. L’attribuzione della sede legale della nuova Camera a tre a Mantova è «adeguatamente supportata dal riferimento, contenuto nella delibera di Unioncamere, alle delibere degli organi camerali» e l’iter di accorpamento tra Mantova e Cremona si è concluso regolarmente. Nel secondo ricorso presentato dalla Camera di Commercio di Pavia contro le Camere di Mantova e Cremona, Unioncamere lombarda e nazionale gli stessi giudici della terza sezione hanno in pratica, ripreso le motivazioni della loro precedente ordinanza per dare ragione all’ente camerale di Mantova, difeso nei due procedimenti dall’avvocato Claudio Arria (le spese in entrambi i giudizi sono state compensate tra le parti).
«Andiamo avanti» è il commento di un soddisfatto presidente Carlo Zanetti, che aggiunge: «Se riforma è, riforma deve essere. Dunque, è nostro dovere andare avanti con l’unione a tre come è nel decreto ministeriale. Poi vedremo». I pavesi possono ricorrere al Consiglio di Stato contro la sospensiva in modo da allungare i tempi; il rischio per loro è che il Tar entri nel merito a novembre quando il commissario Zanini avrà già completato il suo compito e la palla sarà alla Regione che dovrà indicare i nuovi consiglieri camerali e convocare il consiglio.