Anche l’ultimo tassello che mancava al mosaico della ripartenza è stato posizionato: il proprietario dell’unico locale finora occupato nello storico Cortiletto del centro cittadino, ha infatti riconsegnato le chiavi e così ora il Comune è tornato nella disponibilità totale della piazzetta Bruno Grampa (pochi però sanno che si chiama così), affacciata su via Covour, contenitore di aperitivi e gelati per tante generazioni ma da tempo in preda a una crescente desolazione.
Erano gli anni ‘80 e ‘90 quando il Cortiletto andava per la maggiore ed era pieno di giovani e non solo, altresì impreziosito da negozi particolari. Poi i tempi sono cambiati, chiusure e riaperture si sono susseguite senza riuscire a lasciare il segno, anche il ristorante-pizzeria più consolidato ha resistito finché ha potuto.
Ebbene, adesso che il municipio si ritrova con l’intero quadrilatero di proprietà sfitto (si tratta del piano terra), subito sta per partire la nuova, ambiziosa ma non impossibile sfida: «Proveremo a crearci un piccolo regno del food di qualità, un luogo in cui ci si ritrova e si sta bene, una preziosa oasi che aggiunga un altro pezzo di livello al nostro centro», spiega il vicesindaco e assessore al commercio Stefano Ferrario, mentre mostra lo spazio ormai in disuso, tra un gazebo dimenticato da vecchi gestori e una bella fontana con statua nascosta tra le sterpaglie. «Sarebbe bello che qui rinascesse qualcosa di importante – aggiunge – perché è innegabile che ci sono potenzialità enormi che già in passato si sono mostrate nel loro splendore ma che nel tempo si sono affievolite. Certo è che, per fare qualcosa di vincente, serve un progetto complessivo da sviluppare».
E allora porte aperte ai privati che hanno in mente qualcosa di speciale da proporre, per concordare con la parte pubblica il percorso e i costi, «perché si sappia che di lavori da fare ce ne sono parecchi, per questo la base d’affitto dovrebbe essere interessante».
Il futuro del Cortiletto deve svilupparsi presto, per non lasciare i buoni propositi nel cassetto e la dimenticanza in bella vista. Tant’è che Ferrario annuncia la strada che si sta per imboccare: «Nel giro di un mese lanceremo un bando pubblico per le manifestazioni di interesse. In pratica sarà una chiamata delle proposte partendo dalle linee guida che daremo e pronti ad ascoltare ogni soluzione in ogni sua sfaccettatura». Nel periodo di raccolta delle idee (che devono essere ovviamente accompagnate da un’offerta economica) chiunque potrà farsi avanti per suggerire la propria ipotesi di investimento per rilanciare la piazzetta a metà strada tra piazza San Giovanni e il santuario di Santa Maria. L’indicazione di massima, anticipa ancora il vicesindaco, «è che si debba rimanere nell’ambito del food, pensando a qualcosa di innovativo. Chiaramente preferiremmo un’idea che occupi complessivamente lo spazio prima abitato da pizzeria, bar e negozio. La speranza è che si arrivi a un progetto di qualità e di richiamo». Il tutto per non disperdere la storia del Cortiletto. «Chi ha la mia età, l’ha sicuramente frequentato. Brillava, non era fatiscente, era vero luogo di ritrovo vero. Oggi il desiderio del Comune è appunto ritornare agli antichi fasti anche sperando di sviluppare qualcosa di innovativo nel modo di porsi. Per Busto Arsizio è un piccolo patrimonio che va assolutamente reso di nuovo vitale e accattivante». Non fosse altro perché «oggi, entrarci e vederlo nelle attuali condizioni di abbandono, grida davvero vendetta».