Busto Arsizio – Piscina Manara: altro buco nell’acqua

La Prealpina - 02/03/2023

Da un mese e mezzo seguo un corso in piscina senza neanche avere l’istruttore». La protesta arriva da una utente della “Manara”, che si fa portavoce del malcontento di un gruppo di persone iscritte al cosiddetto “corso intermedio”. «Le tariffe salgono da 8 a 10 euro – premette la donna -, ma questo non sarebbe un grande problema se il servizio fosse adeguato: invece non abbiamo neppure un istruttore dedicato. Mi hanno detto che ci seguirà un bagnino, ma immagino che debba già controllare gli utenti del nuoto libero».

Per la verità, la frequentatrice della “Manara” (impianto gestito dalla società Forus Italia) segnala anche altre cose che, a suo dire, non vanno: «L’acqua è torbida, in particolare quella della vasca da 25 metri – fa notare -. I bagni e gli spogliatoi sono freddi, alcune docce non funzionano». Non solo: «Ora sono anche infortunata a un piede, eppure l’abbonamento non mi viene stoppato».

Questa serie di lamentele si aggiunge ad altre segnalazioni che, ormai da tempo, si susseguono sui social network (e non solo): è evidente che in passato la “Manara” avrebbe necessitato di manutenzioni ben più frequenti e meticolose rispetto a quelle effettivamente realizzate. Oggi si cerca di rimediare, intervenendo a tappare le falle ogni volta che si presenta una criticità. «Peccato, perché l’impianto è meraviglioso» riconosce la donna.

Ma il direttore della piscina “Manara”, Giacomo Frisenda, smentisce l’esistenza dei disservizi esposti dall’utente: «Gli istruttori ci sono – garantisce Frisenda -. Ne abbiamo a disposizione 80-85, perciò non è certamente un problema trovarne uno che segua quel corso. Anzi, posso dire con certezza che ci sono e stanno lavorando (Frisenda fa anche i nomi dei due collaboratori, ndr)>.

Quanto alla qualità dell’acqua, il direttore dell’impianto fornisce una notizia rassicurante: «Un paio di settimane fa, gli addetti di Ats sono stati in piscina a effettuare dei prelievi, e i valori dell’acqua emersi dalle analisi sono perfetti. Se ci fosse stato qualcosa di anomalo, avrebbero già chiuso la vasca, non vi pare?». Ats ha eseguito i test in seguito all’episodio accaduto all’inizio di febbraio, quando l’acqua della vasca da 25 metri era diventata improvvisamente scura (il guasto era stato risolto nel giro di poche ore).

Infine, Frisenda fa notare che, quando l’utente è impossibilitato a nuotare per un infortunio, l’abbonamento può essere temporaneamente bloccato: «Una soluzione si trova sempre – sottolinea il manager -. Del resto, è nostro interesse tutelare il cliente, non certo penalizzarlo. Quando ci si confronta, le eventuali criticità possono sempre essere risolte».

Dunque non mancano le aperture da parte del gestore dell’impianto nei confronti degli utenti insoddisfatti. È comunque utile raccogliere tutte le segnalazioni che periodicamente arrivano al nostro giornale sulle (eventuali) inefficienze di un impianto che sta a cuore a tutti i cittadini di Busto. E che – a pieno regime – fa parte di quell’impiantistica sportiva d’eccellenza che ha contribuito a far diventare Busto Arsizio “Città Europea dello Sport 2023”.

Tre anni di calvario

Tutto è cominciato col lockdown. O meglio, da quel momento la situazione si è terribilmente complicata per la piscina Manara, tanto da rendere necessario il cambio di gestore (da Sport Management e Forus) per garantire la riapertura dell’impianto. La nuova gestione ha assicurato la continuità delle attività (e non è poco), scongiurando una chiusura “sine die” che sarebbe stata esiziale per la storica piscina di Busto (con i conseguenti disagi per gli utenti, compresi i “fragili” e le società sportive). Tuttavia, negli ultimi mesi non sono mancate le magagne. A cominciare dalla querelle sugli abbonamenti estivi (diverse famiglie si erano lamentate per le comunicazioni non chiarissime) ad alcuni problemi strutturali e tecnici (perdite d’acqua, un cavo elettrico rosicchiato da un topo) con la relativa, temporanea interruzione del servizio, per arrivare al controllo dei Nas, che lo scorso ottobre hanno rilevato delle criticità di carattere igienico-sanitario. Fino all’episodio dello scorso 1 febbraio, quando gli utenti della vasca da 25 metri dovettero uscire in fretta e furia dopo aver visto l’acqua scurirsi repentinamente. Un falso allarme (già il giorno successivo la vasca era regolarmente fruibile), ma chi stava nuotando in quel momento si è preso un bello spavento. L’amministrazione segue attentamente le vicende della Manara (che è di proprietà comunale), in primis attraverso l’assessore allo Sport Maurizio Artusa, che monitora affinché tutto funzioni come deve.