Il “D’Annunzio segreto” si prepara ad affascinare la platea bustocca. Questa sera alle 21 il Teatro Manzoni ospiterà la commedia sugli ultimi anni di vita del grande poeta italiano, scritta dal giornalista e drammaturgo bustocco Angelo Crespi e messa in scena dall’attore romano Edoardo Sylos Labini, che vestirà i panni del Vate. La rappresentazione sarà replicata domani alle 11 per le scuole superiori della città. La regia è affidata a Francesco Sala.
«Lo spettacolo, ambientato al Vittoriale, restituisce un’immagine di D’Annunzio molto lontana da quella tradizionale – spiega l’autore Angelo Crespi – . In questo senso si parla di “D’Annunzio segreto”. Quello che Sylos Labini porta in scena è il D’Annunzio degli ultimi anni al Vittoriale, quello che riflette sui grandi temi della sua vita – eroismo, erotismo e letteratura – mettendoli in discussione, anche attraverso un confronto serrato con lo spirito di Eleonora Duse. È un D’Annunzio contraddittorio, malinconico, a tratti tragico, tanto da meditare il suicidio». Fondamentali, per la ricostruzione dell’ultimo D’Annunzio, sono state le lettere del Vate donate al Vittoriale da un industriale. «Lettere che mostrano una decadenza consapevole da parte di D’Annunzio, anche se lo spettacolo è pur sempre una commedia e rappresenta i sentimenti del Vate in maniera leggera e ironica».
Lo spettacolo è una ghiotta occasione per chiedere a Crespi cosa auspica per la Busto del futuro in ambito culturale. «Perché non trasformare l’ex calzaturificio Borri nella Città del cinema?», propone il drammaturgo. «Sarebbe un investimento lungimirante in una città che, grazie al Baff e all’Istituto Michelangelo Antonioni, sta consolidando una vocazione cinematografica che non aveva fino a qualche anno fa. E che è diventata realtà grazie alla passione e all’ostinazione – virtù tipicamente bustocche – di tante personalità. Credo che la nostra città possa permettersi di riadattare un edificio storico come l’ex Borri in questa chiave, ospitando attività legate al cinema, ma anche, perché no?, un auditorium per concerti, in modo da saldare cinema e musica. In questo modo si metterebbe a disposizione uno spazio adeguato anche all’associazione musicale “Gioacchino Rossini”, che organizza appuntamenti di grande qualità. Si tratta ovviamente di un progetto ambizioso, ma credo che una città come Busto possa permetterselo, anche ragionando sul medio periodo».
Resta l’interrogativo sull’eventuale sostenibilità a lungo termine di una grande struttura a vocazione culturale. «Sarebbe già importante avviare un ragionamento su una proposta di questo tipo. Comunque, in presenza di un’offerta di buon livello, il pubblico generalmente risponde: l’ho constatato proprio al Baff partecipando ad alcune proiezioni in sale piene di gente».