«Lo dico con la massima comprensione per le difficoltà dei commercianti che si lamentano dei mercatini: Busto Arsizio è una città, non è un paesello, quindi è normalissimo che ogni tanto ci siano iniziative che portano colore, attraggono pubblico e magari vendono qualcuna delle stesse cose che hanno i negozi del luogo». Il sindaco Emanuele Antonelli si prende carico di rispondere così al gruppo di esercenti che l’altra mattina ha espresso il proprio disappunto per gli ambulanti con prodotti francesi che, invadendo piazza Santa Maria con i loro prodotti, «ci hanno rubato la clientela, facendo registrare un calo netto degli affari di tutti noi».
Per il primo cittadino «non fa piacere sentire da chi lavora che si sono create delle difficoltà, eppure mi sento di dire che si è trattato di una presenza effettiva di un paio di giorni, utile a rendere più bello il centro, a richiamare persone». Non solo: «In una città queste cose si fanno, anzi sono quelli che operano in zone più periferiche che di solito si lamentano per il minor numero di occasioni a disposizione». Viceversa «dire no a tutto, sarebbe un po’ come considerare Busto un paesello, dove ciascuno guarda al proprio interesse e non pensa che mettendosi in gioco può perdere poco in un weekend ma far parte di un circuito che alla lunga risulta premiante».
Oltretutto Antonelli ci tiene anche a prendere le difese di Daniele Caiafa, vicepresidente del Comitato del centro, additato dai rivoltosi come il sostenitore di iniziative che invece penalizzano una fetta della categoria commerciale: «Nessuno ha la verità in tasca, però se tutti avessero il suo atteggiamento costruttivo, sarebbe senza dubbio più utile e giusto». E conclude: «Sia comunque chiaro che si fanno le kermesse per il bene della città, non contro qualcuno».
La pensa ovviamente come lui anche l’assessore Paola Magugliani, a cui fanno capo gli eventi, quindi i mercatini: «Sinceramente io ho visto tanta gente comprare alle bancarelle ma anche tutti i nostri locali strapieni. Comunque non penso che qualche giornata dedicata a rendere la città attrattiva sia una colpa. Come ha detto il sindaco, i mercatini li fanno ovunque e gli operatori del posto sono contenti, soprattutto quando sono di qualità».
Molto più drastico è invece Max Rogora, che oltre ad essere in giunta fa proprio l’ambulante di mestiere: «A furia di lamentarsi, non si ottiene niente. Partiamo dai fatti: se i mercatini sono strapieni è perché la gente li vuole. Fossi un negoziante, cercherei di capire come fare a migliorare e, soprattutto, mi convincerei che i nemici non sono i banchi itineranti, ma Amazon e i centri commerciali». Poi l’esponente leghista prosegue: «Non è vero che l’ambulante ruba lavoro agli altri, ma chi l’ha detto? Tant’è che da altre zone li vogliono e solo quel gruppo di negozianti si oppone. Non può esistere che chi ha un esercizio abbia paura dei mercatini. Lo stesso vale per la pedonalizzazione: arriva da mille parti la richiesta di ampliarla mentre in piazza Santa Maria basta chiudere mezzo metro e succede la rivoluzione». Anche lui chiude con toni più morbidi: «Comunque in Comune siamo sempre pronti ad ascoltare tutti se sono propositivi».
Per quanto riguarda l’assessore al commercio Manuela Maffioli, l’importante è tornare subito a collaborare: «Con tutto il comparto c’è un confronto aperto e il rapporto costruttivo non deve cambiare. La mia porta, come quella della collega Magugliani, è costantemente spalancata perché l’obiettivo di tutti dev’essere fare meglio e far crescere Busto in modo proficuo».