La data della prima udienza è già fissata: il 4 maggio prossimo. E in vista dell’inizio del processo sulla questione del disavanzo da quasi 35 milioni di euro nei conti della Provincia sul bilancio 2012, gli stessi uffici di Villa Recalcati – che nel frattempo hanno cambiato gestione politica – presentano il conto. In una nota l’ente ha infatti annunciato che «nel processo penale sulla pregressa situazione finanziaria di Villa Recalcati relativa al Bilancio 2012 la Provincia di Varese si è costituita parte civile con l’obiettivo di tutelare fino in fondo l’immagine e l’autorevolezza dell’ente». Una dichiarazione che, di fatto, si traduce nella richiesta da parte della Provincia di un «risarcimento del danno patrimoniale stimato in 200mila euro, pari alla mancata decurtazione sulle indennità percepite dal presidente e dalla Giunta provinciale in carica a quei tempi e che avrebbe dovuto essere applicata a causa dello sforamento del Patto di stabilità. Inoltre la Provincia chiede anche un risarcimento del danno non patrimoniale causato dalla non veridicità del rendiconto, che ha così compromesso l’attività di pianificazione della spesa, mettendo a rischio il buon andamento dei servizi erogati ai cittadini. Va poi ricordato che per gli ulteriori danni relativi al noto disavanzo è in corso un procedimento avanti la Corte dei conti».
A rendere ancora più esplicito il concetto è il presidente Gunnar Vincenzi: «Il 4 maggio saremo anche noi in aula per l’inizio del dibattimento. Abbiamo deciso di costituirci parte civile sia per tutelare l’autorevolezza dell’ente, sia per recuperare ogni euro utile per continuare l’opera di salvataggio della Provincia e metterla di nuovo in condizioni di poter operare. Con serietà e determinazione abbiamo sempre chiesto quanto dovuto allo Stato e alla Regione. E anche sulla questione del disavanzo non intendiamo rinunciare ad alcuna richiesta di risarcimento nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili dall’autorità giudiziaria». Le irregolarità nei conti pubblici di cinque anni fa, secondo la tesi della Procura, sarebbero state generate dalle scelte dolosamente sbagliate di quattro funzionari, oggi imputati, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio. La complessa questione si trascina ormai da due anni, aprendo a più riprese duri scontri sul fronte politico: pochi mesi dopo l’insediamento il nuovo presidente di centrosinistra Vincenzi aveva accusato la gestione del precedente esecutivo di centrodestra. Gli accertamenti poi condotti dalla Guardia di finanza, coordinata dal pm Massimo Politi e dalla Procura presso la Corte dei conti di Milano, si erano conclusi con la richiesta di rinvio a giudizio dei quattro tecnici dell’ente. Secondo gli inquirenti, i quattro tecnici avrebbero commesso i reati loro contestati in totale autonomia, senza quindi il coinvolgimento della parte politica, sovrastimando alcune entrate tributarie, con la creazione di un danno erariale quantificabile in circa 34,8 milioni di euro. Gli imputati hanno sempre respinto le accuse e la scelta di andare a processo conferma la volontà di dimostrare la loro innocenza.
La Lega: «Nessuna voragine»
È La Corte dei Conti a fare chiarezza sulla situazione dei bilanci provinciali. Il buco di bilancio, tanto declamato dagli esponenti del Pd provinciale, non esiste. Oggi possiamo finalmente dire che i tanto citati “34 milioni di euro di buco” che si dicevano lasciati dalla giunta Leghista di Dario Galli sono un falso, proprio come le accuse a cui siamo stati sottoposti per anni. L’origine di tutte le manovre contabili che hanno interessato i bilanci provinciali degli ultimi anni è dovuto alle leggi romane volute dai governi a guida Pd che prima stanziano delle risorse e poi le revocano con decreti bizzarri e fantasiosi. Ma ben più grave è la disonestà intellettuale da parte di chi senza mai verificare le ragioni si è sempre spinto ben oltre le accuse politiche ricorrendo ad interventi in Consiglio Comunale o sulla stampa locale.
Ricordo articoli infiammati da parte di diversi esponenti del Pd ormai passati nel dimenticatoio, che parlavano addirittura di «voragini di soldi mancanti». I pareri della Corte dei Conti sono chiarissimi: il buco di bilancio in Provincia di Varese non esiste e non è mai esistito. Non c’è stata quindi nessuna cattiva amministrazione Leghista.
Non risultando debiti fuori bilancio, è una menzogna dichiarare che in passato ci sia stata una gestione «poco accorta delle risorse finanziarie Varesine». Ma si tratta di «Una scorretta iscrizione a Bilancio di Entrate divenute insussistenti in ragione dei tagli da Spending Review Governativi».
Al contrario si conferma invece che la nostra Provincia Varesina a guida Lega Nord, al dicembre 2015 aveva in cassa una somma positiva di 23,8 milioni di euro. Ora occorrerebbero delle scuse gigantesche e adeguate su un grande bluff politico generato dalla giunta Vincenzi che ha contribuito a formare una scorretta informazione e attacchi continui ed ingiustificati alla precedente amministrazione Leghista.
Tutto ciò conferma e dimostra l’evidente incapacità gestionale e politica dell’attuale giunta di sinistra alla guida purtroppo della nostra cara Provincia, la quale non è nemmeno capace di verificare i fatti prima, ma che si basa su sentenze sommarie e di pancia.
Carlo Pescatori*
* Consigliere provinciale Varese