Boom della disoccupazione in provincia, in particolare per donne e giovani, meno per gli uomini adulti: secondo l’analisi della Camera di commercio basata sui dati Istat aggiornati al 2015, sono 36mila i varesini senza lavoro, con un più 6,9% rispetto al 2014. E così, il tasso dei disoccupati balza al 9%, contro l’8,3 di dodici mesi prima. Una brutta fotografia della terra delle sessantamila imprese, che evidentemente fatica ancora a tenere il passo dopo i colpi della crisi. Purtroppo, contemporaneamente, peggiora anche il tasso d’inattività (dal 29,4% al 29,9%).
«L’aumento di questo dato (in valore assoluto da 166mila a 169mila) – spiegano dall’ente di piazza Monte Grappa – ci suggerisce una crescita del numero dei lavoratori scoraggiati che hanno rinunciato a cercare un impiego. In questo quadro, inoltre, arretra pure il tasso di occupazione (da 64,6% a 63,7%)».
A preoccupare, in particolare, è la disoccupazione giovanile nel territorio: considerando la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, nell’ultimo anno è aumentata dal 29,9% al 32,1% (il dato nazionale è del 40,3%).
«Che cosa è successo? Tentiamo una lettura – spiegano ancora i responsabili -: è migliorata la situazione per la componente maschile e dipendente, mentre sono in difficoltà le donne indipendenti, soprattutto nel settore degli altri servizi (esclusi commercio e turismo). Per i maschi, è migliorata infatti sia l’occupazione (dal 69,9% al 71,2%) sia la disoccupazione (dal 10,3% al 7,5%). Per le femmine, è invece peggiorata la disoccupazione, che sale al 10,9% (+3,9 punti percentuali rispetto all’anno precedente), confermandosi il valore più elevato a livello lombardo».
Dai dati, insomma, emergono considerazioni contrastanti. Luci e ombre, che rendono difficile un’interpretazione univoca sull’andamento del mercato del lavoro. Se per un verso il consuntivo 2015 su avviamenti e cassa integrazione lascia ben sperare, per un altro i numeri appena rilasciati da Istat sulla disoccupazione rinfocolano preoccupazioni mai del tutto sopite, suggerendo prudenza. L’emergenza lavoro a Varese dà insomma ancora qualche colpo di coda.
Il monitoraggio delle assunzioni è esaustivo e conta su tutti i nuovi contratti stipulati in provincia nell’arco del 2015: sono 110.868 e rappresentano l’8,3% in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Le ore di cassa integrazione autorizzate da Inps sono invece in sensibile diminuzione (-36,1% sul 2014). A questo, va aggiunto il dato, ormai consolidato, che solo un terzo delle ore autorizzate viene effettivamente utilizzato dalle imprese. Un ultimo fattore di fiducia è poi quello relativo alla circostanza che, nella scorsa indagine congiunturale, il 78% degli operatori interpellati aveva un atteggiamento positivo rispetto all’andamento della prima parte del 2016.
Ma accanto a questi tre risultati positivi, pesano come un macigno quelli negativi: in particolare il dato sul tasso di disoccupazione, che a Varese ha registrato nel 2015 un incremento.
«In altri termini, i dati 2015 da una parte confermano che a Varese l’incidenza delle situazioni di crisi resta tra le più elevate in Lombardia, anche se in miglioramento, dall’altra evidenziano una dinamica propria dei momenti di ripresa in cui i primi a essere reintegrati sono gli uomini. Arretra invece l’occupazione di quelle componenti del mercato del lavoro che erano intervenute (giovani e donne, in particolare indipendenti) per sostenere il reddito famigliare in situazione di emergenza», conclude la nota.