Battelli, la Svizzera pensa allo strappo

La Prealpina - 12/07/2016

Si fa sempre più concreta l’ipotesi di spezzare l’accordo italo – svizzero sulla gestione della navigazione del Verbano.

Dopo un primo studio, forse poco convincente, la Svizzera si appresta infatti ad avviarne un altro per evitare di affidare nuovamente la sua navigazione pubblica alla Gestione Governativa Laghi italiana. E questo perché, secondo gli elvetici l’attuale gestione presenta un quadro desolante con costi troppo alti e scarsi collegamenti. Eppure su questa analisi non è d’accordo lo stesso personale svizzero di terra e di bordo del bacino d’oltralpe, che chiede di essere ascoltato e di collaborare alla stesura dello studio, essendo giornalmente a stretto contatto con utenti regolari e turisti e che preferirebbe rimanere con la gestione italiana.

Così mentre mancano ormai pochi mesi alla scadenza della Convenzione italo-svizzera sulla navigazione dei laghi Maggiore e Ceresio (stipulata nel 1997, scade a dicembre) il dibattito entra nel merito.

Del resto, come ben comprensibile, gli interessi in gioco sono diversi e importanti su tutti i fronti: l’Italia ha già una flotta più che ottimale e personale italo-svizzero rodato, in Ticino c’è chi punta da ormai tre anni a staccarsi dalla società pubblica italiana per creare una propria flotta, ovviamente sulla parte svizzera del bacino.

Ora, mentre gli italiani non starebbero neppure prendendo in esame la fattibilità di un proprio servizio pubblico sul Ceresio, l’ente regionale per lo sviluppo del Locarnese ha bandito in questi giorni un secondo appalto per affidare un nuovo studio economico volto a verificare se una navigazione solo svizzera nella parte ticinese del Verbano sarebbe economicamente sostenibile.

Il malcontento svizzero è rivolto verso gli incrementi delle tariffe avvenute negli ultimi anni da parte della gestione italiana. Si punta particolarmente il dito sul fatto che la corsa di andata e ritorno da Locarno a Brissago (circa un’ora di viaggio) abbia il costo di circa 29 euro, mentre la corsa Arona-Stresa – all’incirca della stessa durata – costi solo 12,40 euro. Si vuole poi valutare attentamente anche la frequenza delle corse, la tipologia delle imbarcazioni e i servizi offerti, nonché l’accessibilità ai diversamente abili. L’idea è quella di scendere a lago con una flotta interamente elvetica per il bacino svizzero e un flotta mista italo-svizzera, affidando all’Italia le sole corse internazionali ma con un incremento dei servizi in quantità e qualità.

Per gli svizzeri la gestione italiana avrebbe aumentato del 101 per cento le tariffe in cinque anni sulla tratta Locarno-Brissago, con la conseguenza di un calo dei visitatori alle Isole di Brissago, passati dai 115mila del 2001 ai 75mila nel 2011. Gli svizzeri che puntano sul golfo locarnese, hanno delle aspettative che mirano a ridurre i costi dei biglietti e all’aumento dei collegamenti nautici nel bacino svizzero.