Produzioni che raccontano il territorio attraverso il gusto, la storia e la materia utilizzata. Gioielli di una tradizione che non ha eguali nel mondo e che gli stranieri vengono ogni anno a scoprire dalle Alpi alla Sicilia. Sono salite a 247 le cosiddette “bandiere del gusto” lombarde assegnate da Coldiretti sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti in tutta Italia. Le categorie agroalimentari con il maggior numero di prodotti tradizionali della Lombardia? Al primo posto, le paste e i biscotti con 72 titoli; al secondo, le carni e i salumi con 68; e al terzo, i formaggi con 62. L’offerta è molto variegata: dai tortelli cremaschi agli gnocchi di zucca, dai pizzoccheri della Valtellina alla torta mantovana, mentre se ci si sposta sui formaggi, si trovano lo stracchino Bronzone della bergamasca, il Bagoss bresciano e il Panerone lodigiano. Se poi si punta sui salumi si va dai cacciatorini d’oca alla Bresaola; dalla luganega al “violino di capra”. Su 5 mila riconoscimenti tricolori, la Campania, con 486 specialità e l’inserimento di 29 nuovi prodotti, ha conquistato la leadership scavalcando la Toscana (460), mentre il Lazio (396) consolida il terzo posto. A seguire, l’Emilia-Romagna (387), il Veneto (378), Piemonte (336) e Liguria (294). A ruota le altre regioni: la Calabria (269), la Puglia (251), la Lombardia (247), la Sicilia (242), la Sardegna (189), il Friuli-Venezia Giulia (163), il Molise (159), le Marche (151), l’Abruzzo (148), la Basilicata (113), la provincia autonoma di Trento (105), l’Alto Adige (90), l’Umbria (69) e la Val d’Aosta (32).
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè sulle “Vacanze Made in Italy” nel 2016, non è mai stata così alta la spesa turistica per cibi e bevande con circa un terzo (32%) del budget di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti enogastronomici tipici per un importo complessivo stimato in circa 12 miliardi di euro.