«Aspettiamo le carte» Il Cuv resta in silenzio

La Prealpina - 27/02/2023

Con qualche riserva sullo sviluppo dell’area cargo, ma pare che il Masterplan 2035 sia stato approvato; si aspetta solo la comunicazione ufficiale da parte del Governo. «Appena avremo l’ufficialità e tutti i dettagli commenteremo le implicazioni dello sviluppo del progetto», afferma Claudio Ventimiglia, sindaco di Golasecca e presidente di turno del Cuv, cioè il consorzio dei comuni che fanno parte del bacino aeroportuale dello scalo intercontinentale di Malpensa. Anche da Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile e proponente del progetto di espansione, non c’è stato ancora nessun commento sullo stato dell’arte dell’approvazione del Masterplan 2035. Per ora quello che si sa è che la commissione che è stata incaricata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di valutare l’impatto ambientale dei lavori di sviluppo e ampliamento dell’aeroporto pone delle riserve sull’utilizzo di 44 ettari di brughiera. «Non sappiamo come verrà gestita l’area merci: se verranno presi i 44 ettari esterni ampliando così il sedime aeroportuale, come proposto nel fascicolo al vaglio, o se invece verrà riorganizzata senza espansione dei confini», commenta Sea, la società che gestisce gli scali di Malpensa e Linate. «Non abbiamo ancora ricevuto la documentazione ufficiale dal Governo, ma il Masterplan 2035 è stato approvato con delle prescrizioni sulla zona cargo».

La cargo city è il primo scalo per traffico merci in Italia e nel 2022 ha movimentato 720.000 tonnellate di prodotti e processa il 70% degli articoli avio del nostro Paese. Questo progetto, che è stato rivisto, aggiustato e rielaborato diverse volte negli anni, verrà realizzato per fasi; quella iniziale entro il 2025, la seconda prima del 2030 e l’ultima entro il 2035. Oltre all’adeguamento e all’ammodernamento delle attuali strutture aeroportuali che renderanno lo scalo più efficiente e tecnologico, il progetto valutato dai funzionari ministeriali prevede che l’area cargo dell’aeroporto di Malpensa sia ampliata appunto di 44 ettari. Spazio preso a sud del sedime aeroportuale dove è presente la brughiera, un ecosistema unico e ricco di biodiversità. Questo aspetto è sempre stato fortemente contestato da ambientalisti, esperti, abitanti della zona e diversi sindaci che hanno organizzato proteste, esposti e incontri per approfondire l’importanza di questa area. Ultimo solo in ordine di tempo, il convegno internazionale di studio intitolato La brughiera di Malpensa e di Lonate Pozzolo, Un tesoro da custodire che si è tenuto sabato scorso a Castano Primo: durante l’incontro molti esperti hanno ribadito l’importanza di preservare questo habitat che ospita centinaia di specie di piante e animali ed già fortemente debilito dall’inquinamento e dalla frammentazione del territorio.