«Renato Scapolan, un vero imprenditore». Varese perde un uomo delle istituzioni di grande valore: lascia un vuoto importante, ma anche un’eredità pesante per chi rimane. Il ricordo di Confartigianato Imprese Varese, l’associazione che è stata da sempre la “casa” di Renato Scapolan, è quello di una figura che ha speso la propria vita per l’impresa e per il sistema delle imprese: «Sapeva sempre esprimere l’essenza del leader e dell’uomo artigiano, dell’imprenditore, senza mai risparmiarsi – anche fisicamente – davanti a tutto e senza distinguere la sfera personale e privata con quella pubblica, rimanendo sempre e comunque sé stesso – scrivono gli amici dell’associazione degli Artigiani dalla sede di via Milano – quando un imprenditore spende una vita intera per la propria impresa, ma anche in quelle istituzioni dove l’impresa deve essere la vera protagonista, le azioni, le decisioni, le responsabilità rappresentano tutto se stesso». E Renato Scapolan «è sempre stato un uomo di punta dell’economia del nostro territorio: è nato e cresciuto con quell’Associazione Artigiani della Provincia di Varese che, oggi, è Confartigianato Imprese Varese ma anche con la Camera di Commercio di Varese». Nell’associazione di categoria dell’artigianato è stato nominato vicepresidente vicario nel 2004. Nell’ente camerale ha iniziato nel 1997 come consigliere, prima di entrare a far parte della Giunta nel 2007, fino a ricoprire il ruolo di vicepresidente e poi, dal 2012, di presidente. Negli anni ha avuto incarichi nelle società della galassia della Camera di Commercio, come Promovarese e Malpensafiere, ma anche nella Commissione Provinciale dell’Artigianato, fino alla vicepresidenza di Unioncamere nazionale (dalla scorsa estate) e nel consiglio delle Camere di Commercio italiane all’estero. Ma l’importanza della figura di Renato Scapolan va «al di là degli impegni istituzionali – ricordano da Confartigianato Imprese Varese – per lui non era importante essere il “presidente”: un imprenditore fa gli interessi delle imprese. Ed è questo che ha sempre fatto Renato Scapolan». Perché «era un vero imprenditore e un vero uomo di associazione. Un combattente determinato, passionale, leale e sempre pronto a difendere e sostenere prima di tutto l’interesse delle imprese e dell’istituzione che rappresentava. E questa forza, questo suo essere anche fuori dagli schemi, gli permetteva di generare altrettanto entusiasmo e convincimento nei suoi colleghi e nei suoi collaboratori». Un modello, insomma. Perché «le cose vere e difficili si realizzano così. Con chi, spesso da solo sulla barricata, provoca il confronto fra più persone e le costringe a prendere posizione, ad approfondire anche solo per confutare le proposte e le idee più improbabili per poi, insieme, arrivare alla decisione migliore: quella vera, quella di tutti». È quella che gli Artigiani chiamano «intelligente ostinazione» di Renato Scapolan una delle caratteristiche che più mancheranno. «Le battaglie a favore dell’impresa – su tutti gli ostacoli che tolgono competitività, libertà e iniziativa imprenditoriale, anche serenità – ma soprattutto il suo inarrestabile impegno sulle nuove occasioni che le aziende possono cogliere dall’export. Questo è il tema che forse lo ha più appassionato, perché Renato pensava che l’internazionalizzazione fosse un aspetto fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle aziende. Aveva ragione». Aveva contribuito molto anche «a portare Confartigianato Imprese Varese a quello che è oggi: una realtà aperta sul territorio»