Una Varese d’alta classifica, ma che può ancora migliorare. L’indagine Excelsior sull’alternanza scuola-lavoro nelle imprese delle province italiane fa emergere un quadro molto più che incoraggiante: Varese undicesima su 105 aree territoriali nel 2015; quarta per quanto riguarda le intenzioni espresse dalle aziende nell’anno in corso. I dati arrivano direttamente da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, perché la riforma dell’istruzione varata nel 2015 delega molte competenze proprio alle Camere di commercio, enti attraverso cui le scuole stipulano convenzioni con le imprese. «È un risultato tanto più significativo – sottolinea il presidente della Camera di Commercio varesina Giuseppe Albertini – perché il nostro ente punta a fare dell’alternanza scuola-lavoro un elemento di competitività del territorio». Le imprese varesine nello scorso anno hanno risposto presente al 13,7%, percentuale molto più elevata rispetto alla media nazionale (8,8%) e anche a quella regionale (11,5%). Meglio in Lombardia hanno fatto solo Como, Brescia, Mantova e Lecco, ma tutte potrebbero essere superate quest’anno. Le intenzioni espresse a inizio 2016, ancora da confermare, vedrebbero Varese salire al 14,9% di risposte positive, dietro soltanto a Cuneo (18,7%), Ravenna (15,4%) e Rimini (15,3%). Un quarto posto che sarebbe condiviso alla pari con Bolzano e che trainerebbe anche il dato complessivo regionale, che raggiungerebbe l’11,7% pur mantenendosi la Lombardia al settimo posto tra le Regioni. L’importanza dell’alternanza tra libri e imprese, sottolinea ancora Albertini, è fondamentale: «Uno stretto rapporto tra il mondo della formazione e quello aziendale è imprescindibile da un lato per permettere ai nostri giovani di cogliere quelle opportunità occupazionali che permangono in alcuni ambiti economici, dall’altro per offrire alle imprese quel personale qualificato necessario per vincere le sfide del mercato». Gli esiti raggiunti dalla “Buona scuola” sull’alternanza, però, a Varese come nel resto d’Italia sono strettamente legati alla dimensione aziendale e al settore in cui opera l’impresa. Netto è ad esempio il divario all’interno delle stesse realtà manifatturiere: quelle più grandi, con oltre 50 dipendenti, raggiungono in media una disponibilità del 52%; quelle fino a 10 occupati, invece, si fermano al 3,1%. Ad alzare le statistiche sono soprattutto le imprese numericamente più estese, con picchi anche nel settore del turismo (48%) e dei servizi alla persona (45%). Per tutti, in ogni caso, è ancora possibile iscriversi al Registro dell’alternanza scuola-lavoro della Camera di Commercio: «È un atto gratuito che facilita ulteriormente il contatto con le scuole e quindi l’inserimento degli studenti nei percorsi di tirocinio», conclude Albertini.
Tutti i dati completi dell’indagine Excelsior, con le tavole delle graduatorie provinciali, sono disponibili su OsserVa, il portale statistico della Camera di Commercio varesina, all’indirizzo www.varese-osserva.it.
L’apprendistato dopo la riforma
Meno ore tra i banchi, più tempo tra imprese, industrie, agenzie pubbliche e private, con il lavoro che diventa parte integrante della formazione: è l’alternanza approvata nel luglio 2015 dal Governo di Matteo Renzi. Nel dettaglio la norma, che fa parte della riforma dell’istruzione ribattezzata “Buona scuola”, prevede percorsi obbligatori di alternanza scuola-lavoro negli ultimi tre anni delle superiori. Le durate complessive variano a seconda degli ordinamenti: almeno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali, almeno 200 ore per i licei, tutte da inserire nel piano triennale dell’offerta formativa. Responsabile di questi periodi di apprendimento resta l’istituzione scolastica, sulla base di apposite convenzioni stipulate direttamente con le imprese o attraverso le camere di commercio. L’obiettivo dell’iniziativa è qualificare l’offerta formativa, rispondere ai bisogni diversi degli alunni, aumentare la valenza orientativa per il futuro contrastando la dispersione scolastica.