La premessa: i negozi di vicinato sono sempre più esposti ad episodi di microcriminalità. La minaccia è quella di incursioni lampo, magari con taglierini o pistole giocattolo, per arraffare l’incasso. «E il quadro in Lombardia è davvero preoccupante con 24.000 denunce raccolte dalle forze dell’ordine» osserva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Mauro Parolini.
Come reagire soprattutto sul fronte della prevenzione? La Regione, come annunciato ieri da Parolini, ha deciso di stanziare un milione di euro per la sicurezza, destinandolo appunto ai commercianti per «l’acquisto e l’installazione di sistemi innovativi di controllo e dispositivi per la riduzione dei flussi di denaro contante». Nel dettaglio, quindi, si parla di telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi di videoallarme antirapina, sistemi antintrusione con allarme acustico, placche antitaccheggio, vetrine antisfondamento, illuminazione notturna esterna, sistemi di rilevazione di banconote false, casseforti. Ebbene, i negozi che vorranno dotarsi di una o più di queste strutture, potranno chiedere un contributo alla Regione. La somma massima (a fondo perso) erogabile per ogni attività commerciale è di 5.000 euro. I beneficiari? «Micro e piccole imprese commerciali aventi la sede legale oppure operativa e almeno un punto vendita in Lombardia». Questa definizione, come da bando per i contributi, non deve spaventare: rientrano le botteghe di vicinato, quelle che lo stesso assessore ritiene appunto le più esposte al pericolo della microcriminalità.
E cosa ne pensano i commercianti varesini? Può essere un aiuto efficace? Marco Parravicini, di Confcommercio, fiduciario per il centro di Varese, elogia l’iniziativa »che si aggiunge ad altre già da noi varate». Confcommercio ha infatti rinnovato il servizio “secur shop” che attiva in tempo reale – per chi ha le telecamere – il sistema di visione sui monitor delle forze dell’ordine. In pratica, polizia e carabinieri vedono in diretta quanto accade, si rendono conto del grado di pericolosità e soprattutto hanno un identikit dei responsabili. Parravicini sottolinea che è previsto anche un contributo da mille euro a favore dei negozi che installano o rinnovano l’impianto di videosorveglianza. «Ora, poter contare anche sul contributo della Regione può davvero incoraggiare i negozianti a rafforzare i sistemi di sicurezza».
Dello stesso avviso l’assessore comunale di Varese (in scadenza di mandato) Carlo Piatti, che ha le deleghe alla Polizia locale e alla Sicurezza. «Tutti gli strumenti che proteggono i commercianti sono utili e benvenuti, in particolare le telecamere. Noi, come amministrazione comunale, abbiamo cercato proprio di rafforzare il controllo elettronico nei luoghi pubblici, consapevoli del fatto che garantisce un buon effetto deterrente».
L’annuncio dello stanziamento da un milione a favore della sicurezza delle botteghe è stato dato appunto da Parolini che ha voluto sottolineare come questo non sia il primo degli interventi concreti ma l’ennesimo «nell’ampio contesto di iniziative e di incentivi economici che l’assessorato allo Sviluppo economico ha messo in campo per il settore del commercio sul fronte della lotta alla contraffazione, all’abusivismo e alla desertificazione commerciale, per il sostegno di interventi specifici di riqualificazione degli esercizi commerciali, oltre che per la valorizzazione delle attività storiche e di quei negozi e reti di attività commerciali che si sono distinti per la capacità di generare attrattività con iniziative di marketing e strategie di vendita innovative».
I 5.000 euro – stanziamento massimo a fondo perduto per singola attività – dovranno corrispondere al 50% del costo totale dell’impianto. Considerato però che il negoziante potrebbe attingere anche ad altri aiuti – come quello di Confcommercio – l’investimento appare vantaggioso. Anche perché si parla di sicurezza. E anche il quadro lombardo non è rassicurante