Alitalia contro Emirates«Ci ha tolto passeggeri»

La Prealpina - 08/07/2016

Dietro al rilancio di Malpensa sta giocando un ruolo strategico Emirates, diventata la prima compagnia aerea per volumi di traffico nel settore intercontinentale, ovvero la merce pregiata per qualsiasi aeroporto. Con 850mila passeggeri trasportati ogni anno, oggi opera con un trigiornaliero su Dubai ma soprattutto – da ottobre 2013 – con l’A380 (l’aereo a due piani) su New York, sfruttando i diritti di Quinta libertà concessi dal governo italiano. Ed è proprio contro la Malpensa-New York di Emirates che Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Alitalia, si è scagliato. «Noi viviamo di competizione e l’Italia è l’unico paese che ha permesso a Emirates, azienda non italiana, di volare tutti i giorni non verso Dubai, ma verso New York, togliendo ad Alitalia molto lavoro sulla la rotta più redditizia. Hanno provato a farlo in Francia, in Germania e in Gran Bretagna, ma gli hanno detto di no. Qui da noi gli hanno steso i tappeti rossi togliendo opportunità ad Alitalia».

Ospitato insieme all’amministratore delegato Cramer Ball nella sala del Mappamondo della Camera dei deputati, il presidente della ex compagnia di bandiera è stato il primo a intervenire durante l’audizione informale in commissione Trasporti, convocata per analizzare le prospettive di sviluppo della società. Al centro della discussione naturalmente il piano di risanamento, un’impresa tutt’altro che semplice: «Dobbiamo renderci conto che Alitalia sta investendo malgrado perdiamo circa 500mila euro al giorno. Il nostro impegno formale rimane il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2017». Ma Cordero di Montezemolo ha parlato anche di Malpensa, aeroporto che Alitalia ha messo in ginocchio nel 2008 con il dehubbing e sul quale continua ad avere una grossa influenza, sebbene la sua presenza sia ormai ridotta al 4 per cento del traffico totale.

Nonostante Ball, in visita in brughiera un mese fa per l’inaugurazione della nuova lounge, abbia lasciato intendere la possibilità di nuovi investimenti (non immediati) sul Terminal 1 («Stiamo lavorando su diverse e future opportunità, non c’è nessun piano concreto, ma stiamo valutando insieme a Sea come poter crescere»), il presidente di Alitalia ha invece fatto capire che Malpensa rappresenta oggi più un problema che una opportunità nei piani di rilancio della compagnia: «Abbiamo bisogno di risolvere l’annoso problema tra Malpensa e Linate. Perché mentre noi vogliamo sviluppare il cargo a Malpensa, che è un business importantissimo e sottosviluppato in Italia, e Malpensa per questo è perfetto, per voli di due ore non possiamo permettere che Turkish Airlines vada a Istanbul da Linate e che Aeroflot vada a Mosca da Linate, mentre noi siamo costretti a partire da Malpensa. La gente per un volo di due ore, dal Veneto, da Bergamo o dalle altre parti d’Italia, non va a Malpensa. Questo è un dato di fatto». Indirettamente, Cordero di Montezemolo ha risposto dunque anche alla denuncia di Aeroporti lombardi che nei giorni scorsi segnalava un arretramento di Alitalia a Malpensa nei voli verso Mosca, Tirana e Algeri. «Ai parlamentari o ai presidenti di Regione che ci chiedono perché abbiamo chiuso dei voli, con il massimo rispetto rispondo che non possiamo tenere in piedi voli clamorosamente in perdita. Noi non siamo un’azienda sociale, quindi delle due l’una: o le Regioni o il governo stanziano denaro per colmare il gap tra quello che perdiamo e quello per andare a pari, oppure dei voli dobbiamo toglierli». Anche a Malpensa, dove per fortuna c’è Emirates a generare traffico e a riempire i corridoi del T1.