«Buco da 128mila euro? Ma fatemi il piacere!». Le parole non sono esattamente queste, ma la sostanza è tutta lì: Paola Della Chiesa (diploma in tre lingue, laurea in Economia aziendale, esperienze lavorative in Italia e all’estero per Whirlpool), per cinque anni direttore dell’Agenzia del Turismo, non ci sta nemmeno un attimo a passare per chi avrebbe accumulato debiti ai tempi in cui Dario Galli era presidente della Provincia, ente che fece nascere l’Agenzia insieme alla Camera di Commercio.
Quest’ultima, forse presagendo orizzonti oscuri, se ne andò a metà mandato sbattendo la porta. Non così Villa Recalcati, che nell’Agenzia credette fino all’ultimo come strumento principale di raccordo e promozione delle varie iniziative turistiche nel Varesotto. Fra tutte ricordiamo almeno i Mondiali di ciclismo e quelli di canottaggio, ma furono tante le proposte per rilanciare l’immagine green del territorio.
Con il ribaltone politico di un anno e mezzo fa (e, si dice, dopo attriti di natura personale interni all’Agenzia), l’ente venne chiuso e la dottoressa Della Chiesa sollevata dall’incarico. Dunque, non sente di avere responsabilità di sorta nel pesante disavanzo, ora passato nelle mani (come vuole la legge) di un liquidatore fallimentare? «I fatti sono chiari: fino a quando ho lasciato l’Agenzia, oltre un anno fa, il bilancio ha sempre chiuso con un utile per tutti gli esercizi in cui sono stata direttore. Quindi, quello che c’è stato dopo non è mia responsabilità».
I numeri però sono piuttosto consistenti… «Allora aggiungo che tra le passività, come vengono definite, ci sono circa 28mila euro del mio Tfr, che mi pare rappresentino un diritto di ogni lavoratore. Peccato solo non mi sia mai stato corrisposto: dopo sedici mesi di attesa, cause legali e decreti ingiuntivi, sono ancora qui che attendo. Ma questo aspetto non l’ha considerato nessuno. C’è anche una chicca da aggiungere alla torta: ho dovuto far scrivere dagli avvocati anche per avere il Cud, che alla fine mi è stato mandato, ma non corretto».
Paola Della Chiesa non è tipo da tirarsi indietro quando si tratta di battagliare. Bella presenza, dinamismo da vendere, linguaggio fluido, da direttore dell’Agenzia del Turismo era apprezzata anche perché “sempre sul pezzo”. Sentirsi tirata in ballo, sebbene non in maniera diretta, dalle dichiarazioni di Gunnar Vincenzi ePaolo Bertocchi sui giornali di ieri, non può certo averle fatto piacere. Anche perché l’esperienza di lavoro svolta in Provincia costituisce per lei acqua passata: «L’Agenzia del Turismo per me non esiste più e da tempo. Non ho altro da dire. Ora esiste solo la mia Agenzia di consulenza PDC Consulting». Tra gli ultimi suoi impegni, la collaborazione nell’organizzare due settimane fa le regate internazionali para-rowing al lido di Gavirate. Per presentare in rete l’azienda di cui è titolare e amministratore unico, ha scelto non a caso nientemeno che una frase di Einstein: “La mente che si apre ad una nuova idea, non torna mai a quella precedente”.