«Non lasciamo che per il settore aeronautico, che è uno dei fiori all’occhiello dell’industria della nostra provincia, accada quanto abbiamo già visto per il tessile che da motore economico del territorio è andato progressivamente morendo, con qualche eroico superstite». A parlare è Marco Reguzzoni. Fu lui, quando era presidente della provincia di varese, a coniare l’espressione “provincia con le ali”, proprio in virtù del know how w della ricchezza industriale del settore sul territorio. Ora, però, il volo rischia di trasformarsi in una caduta in picchiata. Per lo meno per le piccole e medie imprese che in questi anni sono nate intorno ai due colossi targati Finmeccanica, AgustaWestland e Alenia-Aermacchi, complice una nuova diversificazione dei fornitori voluta dal nuovo ad del gruppo Mauro Moretti. L’allarme è stato lanciato proprio da queste colonne dalla Fim, Cisl dei Laghi e ora anche Reguzzoni, oggi presidente di Volandia-Museo del volo – non nasconde qualche preoccupazione.
«Il rischio serio – spiega – è che si ripeta quanto accaduto con il tessile, settore che ha fatto la storia industriale di questo territorio, che ne ha permesso lo sviluppo e la crescita e che poi ha visto un progressivo e pesantissimo declino. Una volta avevamo gli stilisti che facevano produrre alle nostre aziende. Poi hanno assegnato loro la realizzazione dei campionari e sono andati a produrre altrove. Le nostre aziende hanno chiuso e quegli stessi stilisti si sono ritrovati senza nessuno che realizzi i loro campionari. Quello che voglio dire è che questo tipo di decisioni avrà portato vantaggi ai grandi nel breve periodo, ma non certamente nel lungo periodo. Il rischio per l’aeronautica è lo stesso».
«Se io devo migliorare un motore – continua ancora il presidente di Volandia – devo avere una officina artigiana che ci lavora. E se trovo un artigiano che fa bene il suo mestiere cerco di tenermelo stretto. Se poi è vicino ancora meglio. Perchè se poi cambio magari per un vantaggio immediato, quando torno non trovo più quell’artigiano». Insomma, il messaggio è chiaro: il know how di conoscenze, professionalità e specializzazioni che sta dentro i capannoni delle aziende varesine non può rischiare di essere disperso nel vento.
«Io sono sempre stato convinto di una cosa – conclude ancora Marco Reguzzoni – una grande azienda è forte solo se può contare su un indotto altrettanto forte e specializzato. E’ un legame reciproco, virtuoso per entrambi. Se si spezza qualcosa i rischi ci sono per entrambi. Il nostro territorio è stato paragonato al distretto creato dalla Boeing in America. Non lasciamo che si schianti al suolo».