Acai, Marocchi cede il timone

La Prealpina - 18/09/2016

Passaggio di consegne in casa Acai: Andrea Manessi, 45 anni, tradatese, commercialista e imprenditore edile a Gallarate, è il nuovo presidente designato dell’Associazione cristiana artigiani italiani della provincia. Il testimone arriva dalle salde mani di Enrico Marocchi, 74 anni, storico presidente fin dagli albori del gruppo, nato formalmente 35 anni fa per volere di Papa Paolo VI ma attivo sul territorio fin dal dopoguerra lungo il solco dell’impegno sociale cattolico. La carica diventerà effettiva dopo il congresso di ottobre, ma i giochi sono già fatti: «Andrea Manessi presiede il Comitato che gestirà questa fase di transizione, ma il Consiglio dei saggi l’ha già scelto – spiega Marocchi, noto per il suo impegno multiforme nel volontariato e nella comunità, anche nelle vesti di presidente dell’Associazione olivicoltori che segue il progetto dell’olio di Bosto -. Abbiamo trovato la persona giusta che possa proseguire questa attività, sia per le sue capacità professionali, sia per i valori fondanti della nostra associazione».

La matrice cristiana non è evidente solo nella sigla: «Tutto è iniziato da monsignor Galli, dalle Acli e dalla Pastorale del lavoro – prosegue Marocchi -. Siamo partiti in un appartamento a due passi dalla sede attuale, sempre in via Maspero a Giubiano, messo a disposizione da una suora. Volevamo essere accanto alle imprese in modo nuovo quando il problema era la difficoltà ad avere credito. Per primi in Italia abbiamo avuto l’intuizione di dare garanzie del 50 per cento per i prestiti agli associati: poi tutti gli altri ci hanno seguito fondando i consorzi fidi».

Nel momento in cui si tracciano i bilanci di una vita e di un ruolo esercitato sempre in forma volontaria sottraendo tempo all’azienda di condensatori e agli affetti, i ricordi che vengono alla mente sono tanti, alcuni più vivi di altri. «Volevamo partire, non avevamo i soldi. Rivedo ancora il cardinale Carlo Maria Martini darci un assegno da dieci milioni di lire di tasca sua per iniziare questa avventura – dice ancora il presidente uscente -. È stato uno dei primi a credere in noi. E ancora, quando venne a Varese Papa Giovanni Paolo II (il 2 novembre 1984, ndr), molti si precipitarono a fare regali costosi e sfarzosi: noi facemmo preparare da un nostro artigiano due babbucce bianche, ideali per riposare i piedi dopo la salita della Via Sacra. Fu un gesto molto apprezzato, tanto che ci scrisse per ringraziarci nei giorni a venire».

Fra passato e futuro, è tempo di rinnovare la fedeltà ai valori di sempre senza dimenticare lo slancio innovativo. «Acai Varese è da sempre interprete delle esigenze del proprio territorio e rilancia la propria attività, consapevole che i servizi tradizionali come contabilità, fiscale, gestione paghe, patronato e formazione professionale debbano oggi giorno essere resi ancor più professionali e accompagnati da servizi ulteriori al passo con i tempi – annuncia Manessi -: assistere i nuovi imprenditori nella start-up, nel passaggio generazionale, nell’organizzazione di una campagna di promozione commerciale partendo dal logo e proseguendo con il sito o social network. Solo così le piccole realtà continueranno a restare sul mercato. Vogliamo rilanciare non solo una vetrina di servizi per i nostri 120 soci, ma far ripartire anche l’attività di confronto e coinvolgimento con iniziative o momenti di formazione».