«Abbiamo salvato la Provincia» La Corte dei Conti dà l’ok a Vincenzi

La Provincia Varese - 03/02/2017

La Corte dei Conti dà il via libera al “piano di rientro” della Provincia di Varese: «Abbiamo salvato l’ente dal fallimento». Ad annunciarlo è il presidente Gunnar Vincenzi. Ma dall’opposizione è polemica: «Buco? Giroconti contabili» afferma il leghista Giuseppe Longhin. Dopo un ora e mezza di camera di consiglio in merito al Piano di riequilibrio finanziario di Villa Recalcati, la Corte dei Conti ha espresso parere favorevole. Lo ha annunciato ieri in conferenza stampa il presidente della Provincia di Varese Gunnar Vincenzi. «C’è soddisfazione per questo risultato, non era scontato, per nulla. Voglio ringraziare tutto il personale della Provincia, dal primo all’ultimo dipendente, perché in questi due anni siamo stati protagonisti di uno sforzo collettivo pazzesco – commenta Vincenzi – oltre al passivo ci siamo trovati ad amministrare la Provincia in un momento di riforma dell’Ente e con grande scarsità di risorse rispetto al passato. Però non abbiamo mai mollato un millimetro, grazie in primis al lavoro della Consigliere provinciale delegata al bilancio Laura Cavallotti e di tutti i consiglieri di maggioranza, che in questi due anni hanno supportato la mia amministrazione. Festeggiamo per un risultato importante: quando un ente pubblico fallisce la prima cosa che saltano sono i servizi e questo non potevamo permetterlo». Il sì dei magistrati contabili è un primo passo: «Siamo però già concentrati su quello che c’è da fare perché il piano è decennale e prevede tutta una serie di scadenze da rispettare». Il piano prevede una razionalizzazione della spesa corrente, con un risparmio di circa quattro milioni grazie alla riduzione del personale, la rinegoziazione dei mutui (due milioni recuperati) e la razionalizzazione delle partecipazioni nelle società (in corso, come la vendita delle azioni Sea), ma anche un piano di alienazione degli immobili che ha già portato alla cessione allo Stato delle caserme dei Vigili del fuoco di Varese (3,4 milioni) e dei Carabinieri di Busto Arsizio (1,1 milioni). Poi c’è la questione politica, e Vincenzi non si tira indietro: «Non amo la polemica, ma in questi due anni ho sentito tanti soloni e improvvisati esperti di bilancio mettere in dubbio il disavanzo che abbiamo ereditato dalla gestione commissariale e ho persino ricevuto accuse di aver inventato il “buco” per fini politici. Abbiamo sempre risposto con i fatti e la Corte dei conti oggi dice che un disavanzo c’era e qualcuno, la mia amministrazione, lo ha scoperto e lo sta risanando. Non mi aspetto le scuse da parte di nessuno, sulla gestione passata lascio ogni giudizio ai cittadini. Sulle eventuali responsabilità stanno lavorando le autorità giudiziarie competenti». La reazione del capogruppo della Lega Nord in consiglio provinciale Giuseppe Longhin non si fa attendere: «In attesa di leggere la sentenza “che presto sarà disponibile”, come lo stesso presidente Vincenzi letteralmente ha affermato, gli chiedo: è vero che il Governo ha tagliato 35 milioni di euro alla Provincia di Varese negli ultimi 3 anni di cui 20 solo nel 2016? E perché Vincenzi, prima forte promotore della cancellazione delle Province previste dal referendum del 4 dicembre, ora per mantenere il suo posto chiede a regione Lombardia che la Regione sia più puntuale nel girare le risorse che spettano alle province?». Longhin continua a criticare «la retorica del “buco” di bilancio», chiedendo a Vincenzi «cosa sarebbe successo di questi fantomatici 54 milioni in caso di vittoria del Sì al referendum? Sarebbero stati cancellati? E come può un ente con debito di 54 milioni di euro da risanare in 10 anni, spenderne 44 per collocare “tutor” in tutte le strade provinciali? Ci dica il presidente di quanto è in rosso la cassa della provincia, quali sono i fornitori non pagati nel 2014, anno del “buco”, se ci sono azioni legali contro la Provincia o segnalazioni di disservizi fino ad ottobre 2014. Il resto sono giroconti contabili e l’inizio della campagna elettorale per il sindaco Cavalotti a Tradate».